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... bisognerebbe andare a Fontanellato a piedi

Creato il 02 marzo 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

... bisognerebbe andare a Fontanellato a piediDi solito è in primamavera o estate, ma in reatà a Fontanellato ci si va comunque per due cose. La prima è la stanza affrescata dal Parmigianino all'interno della Rocca; la seconda , ma qui perché funzioni bisogna andarci assolutamente a piedi,  per chiedere la protezione, o ringraziare per un fatto già accaduto, la Madonna di Fontanellato, più propriamente la Madonna del Rosario.
 La devozione a questa Madonna ha antiche radici. Successe, più di quattro secoli or sono, da allora la statua della Madonna abita una chiesona incastonata in un elaborato complesso fatto erigere dall'ordine religioso dei domenicani che decisero di affidare la ripresa spirituale della Chiesa alla Madonna.

Fu per questa ragione che i padri domenicani del convento di San Giuseppe di Fontanellato ordinarono ad un anonimo artista di Parma di scolpire nel legno la statua della Madonna del Rosario.
A lavoro compiuto, la statua della Madonna, venne  portata con solenne processione al santuario.
Sarà per precauzione, sarà come sarà, ma il popolino del tempo,  visti i tempi grami, s'affidò da subito alla Madonna di Fontanellato. 
... bisognerebbe andare a Fontanellato a piediLe cronache d'allora riferiscono del gran fiorire di grazie e prodigi. 
Il primo miracolo si verificò nel 1628 quando tale Gianpietro Ugolotti di Borgo San Donnino (oggi Fidenza) di 65 anni, colpito da forti febbri, ottenne immediata guarigione dalla Vergine di Fontanellato;  altra miracolosa storia è quella delle Suore Agostiniane di un convento di Parma. Le suore,  vivendo in povertà, il  loro unico sostentamento era il pane  intinto nel vino. Improvvisamente,  un brutto giorno il vino diventò imbevibile e la madre priora propone alle consorelle di pregare la Vergine di Fontanellato. Il mattino successivo, spillato il vino dalle botti fu trovato "sanissimo, chiaro e bello come un rubino" ...  si ricomincio ad intingervi il pane.Verità è che il successo popolare e attualissimo di questa Madonna viene testimoniato non solo dalle preghiere ( "Regina gloriosa del Santo Rosario, che dalla benigna Immagine di Fontanellato diffondi i raggi della tua gloria su tutti gli uomini guarendo le infermità, consolando le sventure e diffondendo nei cuori le energie della speranza celeste; io umile tuo figlio ti supplico, per gli splendori eterni dei misteriosa Regina dolcissima del Santo Rosario, che dalla tua Miracolosa Immagine di Fontanellato riempi di gioia i tuoi fedeli con le grazie incessanti che profonde il tuo cuore materno; io umile tuo figlio ti supplico, per le dolcezze ineffabili che ci concedi di meditare nei misteri gaudiosi del tuo Rosario, di ascoltare pietosa le mie invocazioni, di soccorrermi nelle difficoltà e di infondere nel mio cuore il santo gaudio della perenne riconoscenza verso la tua materna bontà. Padre Nostro e Ave Maria" )
 che, come un mantra, si alzano al cielo... .Le vere testimonianze di una popolarità senza tempo, erano le pareti del Santuario, pareti piene di ex voto; sotto il vetro di quadretti dalle cornici dorate migliaia di luccicanti cuorocini affondati in pizzi e merletti, ma anche decine, centinaia di polverose stampelle, arti umani in ceramica, sbiadite fotografie di catastrofi, malmesse ruote di carri, carretti, volanti spezzati,  automobili accartocciate, pezzi di bicicletta,   motociclette, calchi di gesso di gambe e braccia, bendaggi, tutti li a significare una grazia concessa, un miracolo andato a buon fine.
Da qualche anno, dalle pareti del Santuario sono stati tolti gran parte degli ex voto. Ma a Fontanellato si continua ad andare a piedi per chiedere qualche grazia. o per ringraziare di qualche grazia ricevuta.
... bisognerebbe andare a Fontanellato a piediComunque Fontanellato non è solo la Madonna.
Un giorno di luglio  del 2010, sono andato a piedi a Fontanellato, da Fidenza a Fontanellato. Eravamo in quattro, tre donne e un santo, per giunta agnostico. Partenza a metà mattina  -il sole già piacchiava- arrivo poco dopo mezzogiorno. Il Santuario stava chiudendo. Entrati, per concessione di un fratone gentile ma ultimativo -"cinque minuti, mi raccomando"- già nella penombra del santuario l'aria fresca parlava di miracolo.
Accesi, dopo un breve raccoglimento a capo chino,  i ceri d'ordinanza, gia tintinnavano le chiavi del fratone.
Fuori caldo, afa e stanchezza; stremati, l'erba di una piazzetta dietro la Rocca ci accolse.  Al centro della verde piazzetta, un leone di terracotta zampillava freschezza circondato dal prato all'ombra delle querce; come dire, al posto giusto nel momento giusto. 
Ritemprati, restava la Rocca.

La Rocca,  rimane uno dei più interessanti esempi di architettura militare e residenziale di tutto il territorio. Eretta all'inizio del '400,  è circondata da un ampio fossato, tant'è che la Rocca sembra galleggiare sull'acqua. Per entrare si paga il biglietto, a orari prestabiliti una guida t'accompagna.  
Prima di parlare del gioiello più prezioso della Rocca di Fontanellato non possiamo non ricordare la meravigliosa "camera ottica", da dove, con un ingegnoso sistema di luci e di specchi ancora funzionante, il feudatario poteva controllare, senza essere visto, tutto l'esterno del castello. 
Eccolo il gioiello,  vera chicca di questa Rocca. Una saletta, o un bagno,  o non si sa che, eccola la "saletta di Diana e Atteone".
Affrescata nel 1524 da un giovanissimo Francesco Mazzola detto il Parmigianino, ricorda  la "Dannazione di Atteone",  storia di un povero guardone  sbranato dai cani per aver spiato Diana nuda al bagno.
Insomma, una favola poetica e sensuale che ha luogo sotto un improbabile pergolato di canne e verzure, da dove sbucano putti e amorini del tutto indifferenti al dramma che si sviluppa li a fianco nel soffitto, che in realtà -ma è altra storia- nascolde ben altro privatissimo dramma.

Sono quasi le tre del pomeriggio,  indifferenti, invece, non si può restare ai tortelli , preparati in tutte le maniere, anche con la farina di castagne, del "Bar trattoria del Teatro" in via san Vitale. Scegliamo i tortelli, di zucca e  "anatra muta passata al forno".  
La prendiamo lunga, arrivano le cinque del pomeriggio,  siamo sulla strada per Parma, e noi dobbiamo tornare sulla strada che, a piedi, riporta  a Fidenza.
Si riparte.
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