Recensione
E’ tuttora un mistero chi sia il mitico Satoshi Nakamoto, ritenuto l’inventore nippoamericano del bitcoin. Inizialmente si pensava fosse il prestanome del solito ragazzino brufoloso genio del pc o una rete di informatici di diverse parti del mondo, ma poi il periodico Newsweek avrebbe rivelato l’esistenza effettiva di Satoshi Nakamoto, un informatico al servizio del Pentagono con la passione per i trenini elettrici che, a seguito del pignoramento della sua casa da parte delle banche, stanco delle commissioni e gli elevati tassi di cambio applicati dagli istituti di credito, avrebbe creato appunto i bitcoin. Naturalmente lui nega di esserne il padre e rimangono pertanto valide tutte e tre le ipotesi sopra esposte, precisando che la preferenza di Giulia Araguegna, autrice e coordinatrice di questo saggio, si indirizza verso la seconda, quella che indicherebbe gli inventori nella rete di informatici.
Il bitcoin è una valuta digitale basata sulla crittografia a chiave pubblica. Non esiste pertanto come moneta di carta o metallo ma come successione di bit. I bitcoin sono gli algoritmi crittografici che li definiscono e che danno alla valuta digitale la sua materialità. In altre parole i bitcoin sono file criptati creati da qualsiasi computer, purché esso sia connesso alla rete su cui giri un software open source in grado di eseguire transazioni. Con questa installazione qualsiasi computer può estrarre moneta, dando avvio alla c.d. blockchain, ovvero complesso clienti rete che memorizza tutte le transazioni. Nonostante la definizione possa apparire complessa al profano, il loro utilizzo è relativamente semplice, dato che ognuno può, senza alcun costo, scaricare il software da internet.
Il bitcoin fa circolare moneta a costi nettamente inferiori a quelli tradizionali attraverso sistemi di trasferimento di fondi di moneta virtuale, successivamente convertibili in valuta legale; il trasferimento del denaro digitale è anonimo ed impedisce al suo possessore di spendere più di una volta la stessa moneta digitale.
La tecnologia che sottintende ai bitcoin (e in particolare la creazione delle blockchain) potrebbe peraltro avere altre applicazioni che non siano quelle delle transazioni finanziarie. Si pensi solo alla registrazione di contratti che richiedono spese e intermediazioni varie quando, con la validazione crittografica, si potrebbero ottenere gli stessi scopi a costi prossimi allo zero senza la presenza di ulteriori soggetti a parte i contraenti.
Se i vantaggi economici nell’uso dei bitcoin sono facilmente intuibili, tenuto conto delle contenute spese che il loro utilizzo comporta e per il fatto che, a differenza delle normali valute che tendono a subire il deprezzamento dell’inflazione, sono invece deflazionari (cento dollari in bitcoin all’inizio del 2013 varrebbero adesso circa cinquemila dollari), dal punto legale le cose sono molto diverse. In un paese democratico si potrebbe affermare che tutto ciò che non è proibito sia lecito –a patto che “facendo salva la lettera della legge non se ne violi il contenuto” come recita il codice civile italiano- e pertanto anche i bitcoin siano legali. Se gran parte delle nazioni consente l’utilizzo dei bitcoin, -la Cina vanta la più grande piattaforma di bitcoin al mondo-, in Russia i bitcoin sono stati dichiarati illegali. Anche se nel saggio non si fa riferimento specificamente alla Russia, però sono analizzate le critiche ai bitcoin che possono aver indotto alcuni paesi a vietarli.
In genere gli stati hanno cercato di estendere ai bitcoin la normativa vigente inerente alla moneta elettronica, ma alcune caratteristiche tipiche dei bitcoin lo escluderebbero, come il fatto che la moneta elettronica venga emessa dietro ricezione di fondi in una quantità non inferiore al valore monetario emesso, cosa che non accade per la moneta virtuale.
Nel testo si raffrontano i bitcoin con la moneta tradizionale e modi di pagamento alternativi. Viene inoltre compiuto un interessante escursus storico dal baratto in poi per capire come si sia arrivati a scegliere mezzi di pagamento via via diversi in base alle specifiche necessità della società.
Per quanto l’argomento sia trattato con proprietà e precisione, la struttura del saggio risulta forse un po’ troppo tecnica per la gran massa di coloro che non hanno mai sentito parlare e occasione di utilizzare i bitcoin. In altre parole, per quanto il fenomeno bitcoin sia espresso con un linguaggio abbastanza semplice e discorsivo, l’esposizione è più assimilabile a una buona tesi di laurea piuttosto che a un servizio divulgativo. Per ottenere una diffusione maggiore a tutti i livelli, sarebbe stato forse opportuno inserire meno sigle, note e riferimenti nel testo e aggiungere degli elementi più accattivanti per il grande pubblico, come aneddoti, curiosità e qualche gossip inerente ai cosiddetti “signori dei bitcoin”, coloro cioè che gestiscono le maggiori piattaforme di bitcoin. Sarebbe stato inoltre meglio apporre figure e grafici in corrispondenza con l’argomento trattato, anziché disporre tali dati alla fine del testo. Doverli andare a cercare di volta in volta risulta irritante per il lettore. Ritengo inoltre che sarebbe stato opportuno un maggior approfondimento della bancarotta della Gt.Gox, nonché quella della FlexCoin, tanto per fare i nomi delle più note. E’ anche vero che, al momento della stesura del saggio, gli eventi segnalati erano appena avvenuti e di loro poco si conosceva, perché, come spiegato chiaramente nel testo, i bitcoin sono nati appena nel 2009 e fino al 2011 non hanno avuto grande diffusione, salvo poi esplodere in una crescita esponenziale.
L’exploit delle transazioni con i bitcoin è dovuto a motivi sia di carattere economico che sociale e la disamina dei due aspetti viene adeguatamente trattata nel saggio, unitamente a quelli tecnico e giuridico.
In conclusione quella esposta dal gruppo di lavoro facente capo a Giulia Aranguena è la spiegazione di uno dei più interessanti fenomeni digitali degli ultimi anni. La chiarezza con cui è stata trattata è apprezzabile anche dal punto di vista letterario e l'analisi, sia dal punto di vista tecnico, che giuridico, nonché economico e sociale è praticamente completa, se non fosse che i bitcoin sono un fenomeno ancora in evoluzione sotto tutti gli aspetti ed è difficile prevedere le conseguenze che potranno avere sul sistema economico nel caso che dovessero avere una diffusione molto più ampia dell’attuale.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: BITCOIN l'altra faccia della moneta
- Autore: Giulia Araguena, Simone Caroli, Luca Nicoli, Massimiliano Rizzati, Francesco Chiari
- Editore: goWare
- Data di Pubblicazione: febbraio 2014
- ISBN-13: 9788867971558
- Pagine: 198
- Formato - Prezzo: eBook - Euro 9,99