Avete mai sentito parlare dei Bitcoin? Nelle ultime settimane hanno ottenuto l’attenzione dei principali media, soprattutto per i problemi economici di uno dei principali mercati, e anche perché probabilmente è stato scoperto il loro inventore. Ma di cosa si tratta?
I Bitcoin sono una moneta virtuale che, però, ha un valore reale e può essere utilizzata per le transazioni economiche in rete. La prima caratteristica è che non esiste una banca centrale, la seconda è che questa moneta si basa sul protocollo P2P (peer-to-peer, lo stesso che si usa per lo scambio e la condivisione di file) e la terza è la crittografia con cui vengono cifrate le transazioni. Inoltre né costi aggiuntivi per i pagamenti, che avvengono in sicurezza: per pagare o inviare denaro non è necessaria una carta di credito e l’utente non è identificato: vengono utilizzate chiavi (una privata e una pubblica) anonime e univoche. Le transazioni sono comunque tracciabili e trascritte in un registro , secondo quanto descrive Marc Andreessen, uno dei pionieri del web. I creatori di Bitcoin sostengono che in questo modo si risolverebbe il problema della sicurezza dei dati di clienti e i furti di codici di carte di credito sarebbero un ricordo del passato.
Per ottenere i Bitcoin è possibile cambiare un’altra valuta (euro o dollari, per esempio) in Bitcoin oppure vendere prodotti e servizi ricevendo pagamenti in Bitcoin. La terza, più complicata, è il vero e proprio conio: questo avviene non tramite una banca centrale ma con moltissimi computer sparsi sulla rete che, di fatto, “estraggono” i Bitcoin (il processo si chiama mining, proprio come per le miniere): ai computer della rete vengono affidati dei problemi crittografici in maniera casuale, quando un computer risolve il problema riceve un blocco di Bitcoin. Il processo non andrà avanti all’infinito: si arresterà quando saranno stati coniati 21 milioni di Bitcoin (la data stimata è il 2030).
Il valore dei Bitcoin non è stabile e continua a oscillare: a febbraio 2013 un Bitcoin valeva 30 dollari, verso la fine di gennaio per un Bitcoin servivano 620 euro mentre oggi il valore di un Bitcoin è sceso di poco sotto i 500 euro.
Mt Gox, una delle principali piattaforme di scambio di Bitcoin, ha annunciato bancarotta a fine febbraio, con una perdita di circa 345 milioni di euro a causa di una vulnerabilità di sicurezza del sito. Ma questo crollo, per quanto grave e complicato anche dal punto di vista legislativo (non sarà facile per tutti i clienti recuperare i propri Bitcoin), non sembra aver colpito il mondo della moneta virtuale, forse anche grazie al fatto che è privo di un’autorità centrale.