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Black bloc e scontri a Roma: torna alla ribalta la pista sarda

Creato il 19 ottobre 2011 da Yellowflate @yellowflate

pista sardaEcco puntuale come un orologio svizzero, una nuova pista anarchica, si tratta della solita, nota, ed arcinota: quella sarda! Forse è quella che mancava a mettere luce sui fatti del 15 di ottobre. Nuovamente alla ribalta il gruppo sardo. Dovrebbero essere 20 o poco più gli anarchici sardi che probabilmente sono partiti da Cagliari per andare a distruggere Roma. La cosa, dati gli sviluppi di altre piste made in Sardegna fa persino sorridere. Comunque tanto è. Ci atteniamo ai fatti di cronaca! Sabato era stata fermata a Pomezia, a bordo di una 600 Fiat  Caterina Contu, 41 anni, originaria di Barisardo, la donna, si dice appartenga all’area antagonista e, a quanto pare in quella Seicento sono stati rinvenuti alcuni pezzi dell’armamentario tipico da Black Bloc. La nuova pista sarda, si spera non sia come quella di qualche anno fa, quella del teorema Pisanu. Era infatti Beppe Pisanu che ripetutamente confermava che in Sardegna esistesse una “ cellula importante degli anarco-insurrezionalisti, legata a filo doppio col terrorismo internazionale. ” In quel periodo ovili, stazzi, stalle, ma anche appartamenti, ville, case, stanze sono state perquisite e battute dalla Digos alla ricerca della chiave giusta e del giusto anarchico, quello lombrosianamente sardo.In Sardegna, si cercava un gruppo di persone che tramava contro le istituzioni dello Stato italiano. E così arresti, fotosegnalazioni, sequestri di computer, libri, appunti, agende. Era l’11 luglio 2006, era l’Operazione Arcadia: 54 le persone indagate dalle Procure di Sassari e Cagliari per 30 attentati compiuti negli ultimi anni in Sardegna, 10 gli arresti tra Cagliari, Sassari e Nuoro. In seguito poi l’occhio del ciclone si sposterà sul Fraria, cellula anarchica cagliaritana. L’inchiesta poi si è fermata e possibilmente cadrà persino in prescrizione. Cosa diversa ed assai curiosa è sempre un’altra pista sarda, che poi si concretizzerà in un errore immenso. E’ il caso legato ad Asai e Luca Farris. La sigla Asai è stata spesso citata da Pisanu, come un grosso nucleo di pericolossissimi anarchici inserruzionalisti con diramazioni in tutto il Paese, peccato che dietro quella sigla ci fosse solo  Luca Farris, un giovanotto oggi trentunenne, che tra la fine del 2003 e i primi mesi del 2004 tenne in scacco l’antiterrorismo nazionale. Certo Farris aveva commesso molti atti artigianali, persino dal sapore burlesco, ma alla fine dietro Asai e MAPS (movimento anarchico proletario sardo) si nascondeva solo un ragazzo che qualche anno fa non aveva più di 25 anni, Farris è stato processato e sconta una pena di 6 anni di reclusione, un perfetto bombarolo solitario. Nulla più.

Intanto in Sardegna gli investigatori osservano i filmati di sabato 15 di ottobre a caccia di volti noti.

 


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