Non è nuova alle sperimentazioni la signora Egan, vincitrice del premio Pulitzer per “Il tempo è un bastardo”, che contiene al suo interno un intero capitolo realizzato in Power Point.
Mentre molti scrittori hanno usato i social media per promuovere il loro lavoro – spiega anche il New York Times – la signora Egan era particolarmente interessata a Twitter come mezzo per esplorare la scrittura seriale e riportare in auge un genere che ha caratterizzato la narrativa di tutto il XIX secolo.
Sebbene la scrittrice abbia ammesso di non essersi sentita molto a suo agio nel postare su Twitter, aveva comunque la sensazione che una spy story avrebbe potuto funzionare bene sul social network. Infatti, Black Box è stato scritto come fosse il diario di una spia in missione.
Ms. Egan ha detto che nello scrivere la storia ha dovuto lottare molto per non rendere il linguaggio del suo personaggio finto e ingannevole. Solo dopo molte prove e dopo aver inserito tante righe di testo assicurandosi che non superassero la lunghezza massima consentita di 140 caratteri, ha iniziato a sentire meno “la lingua legata”.
Con sua somma meraviglia, dopo appena quattro tweet, il suo account contava già quasi 3.000 follower!
Per chi se lo fosse perso Black Box si può leggere ancora alla sezione Page-Turner del New Yorker online