Domenica 15 Aprile cade il primo anniversario del Black Friday, giorno in cui il Dipartimento di Giustizia americano sequestrò i domini delle maggiori poker rooms del mondo, distruggendo di fatto il mercato del poker online US.
Poker Players Alliance, la lobby che si batte per la legalizzazione del gambling online negli Stati Uniti, sta oganizzando una campagna di sensibilizzazione dal nome Never fold in the right for America’s greatest card game per far pressione sulla politica e l’opinione pubblica.
PPA ha realizzato un logo celebrativo e invita tutti gli appassionati di poker a pubblicarlo (logo/banner/video) per una distribuzione capillare del messaggio nel web.
Ad un anno dal Black Friday calvinayre.com analizza vinti e vincitori del giorno che ha cambiato per sempre il poker online, ammettendo che il Black Friday ha sicuramente beneficiato la carriera politica di alcuni soggetti e riempito le tasche di società di gaming online, le quali nonostante l’attacco del DoJ, hanno continuato a fornire il servizio di poker online nell’intento di accaparrarsi la fetta di mercato maggiore.
La lista dei vinti del Black Friday, tuttavia, è molto più lunga e comincia proprio con Full Tilt Poker.
La poker red era la seconda poker room del mondo con un software che molti continuano a considerare il migliore del mercato, nonostante un anno di attività, e che rappresenta il sogno proibito dei competitors di FTP e il motivo di investimento del Groupe Bernard Tapie.
Era una società rispettata nel settore con milioni di giocatori e milioni di dollari depositati negli accounts, all’apparenza di successo, che però non aveva soldi per coprire i depositi dei suoi players.
Qualora il DoJ non avesse scoperto il buco finanziario che aumentava di anno in anno, il management di Full Tilt Poker avrebbe potuto continuare a prelevare milioni di dollari in barba alla AGCC.
Dunque, viene da se che i maggiori loosers del Black Friday sono proprio i ragazzi di FTP.
Altra categoria ad essere stata duramente colpita è stata quella dei poker players americani, amatoriali e professionisti, molti dei quali giovani ragazzi per i quali il poker online rappresentava l’alternativa alla mancanza di lavoro in una economia statunitense in recessione dopo la crisi dei mutui subprime del 2007.
Dopo il collasso del poker online, milioni di ragazzi si sono trovati virtualmente senza un lavoro e praticamente senza la loro fonte di reddito primaria.
Alcuni professionisti hanno deciso di abbandonare gli Stati Uniti per continuare la loro attività in Canada o Messico, anche se per molti la scelta di lasciare la famiglia è stata più dura che trovare una fonte di reddito alternativa.
Essendo gli USA l’economia maggiore del pianeta e il mercato più grande del poker online, anche il settore internazionale del gambling online ha risentito del Black Friday, anche se i giocatori europei, e di altri paesi con mercati regolamentati, hanno continuato a giocare.
La presenza media di giocatori nelle poker room a livello internazionale è però molto minore di quella precedente il 15 aprile 2011, cosa che ha impoverito la poker economy e ha costretto gli operatori del mercato a modificare il calcolo del rake e promozioni nell’intendo di operare l’azienda in modo profittevole.
A soffrire non solo il mercato del gambling online ma anche tutto l’indotto costituito da programmi di affiliazioni, libri, video di formazione, coaching e software, tutti servizi fondamentali per milioni di players che, con dedizione e studio, cercavano di migliorare le loro abilità di gioco.
Dopo mesi di entusiasmo durante i quali alcuni stati degli Stati Uniti (Nevada) hanno approvato disegni di legge per la regolamentazione del poker online, Poker Players Alliance vuole commemorare il 15 aprile e mantenere alta l’attenzione sull’opportunità sociale, economica e politica dela regolamentazione del gambling online, chiedendo il supporto degli internauti amanti del texas hold’em online attraverso la pubblicazione del logo in supporto della campagna di sensibilizazione.