Regia: Scott Cooper
Origine: USAAnno: 2015
Durata: 122'
La trama (con parole mie): a partire dalla seconda metà degli anni settanta James "Whitey" Bulger, piccolo boss di Boston, grazie ad un accordo con l'agente FBI nonchè suo amico d'infanzia John Connolly, conquista un potere sempre maggiore che finisce per andare ben oltre i confini della città.Nonostante l'ascesa in politica del fratello Billy e le tragedie che colpiscono la sua famiglia, Bulger prosegue nella sua carriera alternando strategia e violenza efferata, costruendo un impero che l'FBI stessa impiegherà anni a smantellare e che avrà una parola fine soltanto quando, con gli Anni Zero ormai suonati, dopo oltre un decennio di latitanza, il vecchio Whitey verrà finalmente arrestato.Ma la sua storia ha sfumature che ognuno dei suoi vecchi compagni e collaboratori finisce per rendere più ricche e terribili.
I crime movies, con le loro storie epiche, dolenti e terribili di ascese vertiginose ed inevitabili cadute sono stati una parte fondamentale della formazione del sottoscritto da cinefilo, dalle grandi epopee scorsesiane di Quei bravi ragazzi e Casinò ai cult Scarface e Carlito's Way, passando attraverso la saga de Il padrino, Melville e la produzione orientali: il fatto, forse, di aver sempre pensato che, se fossi nato in un contesto sociale differente, forse questa sarebbe stata la mia strada, ha sempre contribuito ad aumentare il fascino di figure controverse, oscure e senza dubbio ben oltre i confini della socialità per come la viviamo ogni giorno.L'ultimo lavoro di Scott Cooper - da queste parti apprezzato sia per Crazy heart che per il successivo Out of the furnace - rientra perfettamente nel filone, è molto scorrevole e godibile, confezionato più che discretamente e vanta un cast importante ed il grande merito di aver riportato Johnny Depp a livelli quantomeno interessanti dopo i recenti, disastrosi exloit commerciali - Mortdecai su tutti -: racconta, inoltre, la vicenda di uno dei boss più tosti e terrificanti di South Boston, James "Whitey" Bulger, che per quasi un ventennio dominò la scena irlandese della città e fino a pochi anni fa risultava ancora latitante ed inserito nella lista dei criminali più pericolosi ricercati dall'FBI.Peccato che, nonostante la confezione artigianalmente ben realizzata ed una vicenda che qui al Saloon, di fatto, gioca in casa, il risultato sia solo di medio livello, e Black Mass non manifesti la scintilla in grado di elevare un film allo status di cult o quantomeno di visione imperdibile per una stagione cinematografica: in particolare, ho trovato la sceneggiatura piuttosto elementare, lineare nel cercare di focalizzarsi sugli eventi principali della carriera di Bulger senza però, di fatto, approfondire nulla, rimanendo in superficie piuttosto che regalare al prodotto lo spessore necessario perchè lo stesso possa avere possibilità di rimanere davvero impresso nella memoria del pubblico: dall'appena accennata differenza tra il Bulger padre ed il Bulger boss al dramma della perdita dell'unico figlio, fino alle sfumature praticamente azzerate dei comprimari e co-protagonisti, molto spesso tagliati con l'accetta, si ha di fatto l'impressione di aver assistito ad un compitino molto ben svolto privo, però, del carattere e della grinta necessari per guadagnarsi un posto al sole.Un passo indietro, dunque, per Cooper, che si conferma onesto artigiano ma poco più, e per il sempre celebratissimo Benedict Cumberbatch, appiattito come la pellicola, mentre oltre a Depp si difendono molto bene il giovane Jesse Plemons, la conferma Peter Sarsgaard e l'insospettabile Joel Edgerton, che ho sempre considerato un vero cane mentre in questo caso regala fisicità e spessore al personaggio forse più oscuro e viscido della pellicola, il bieco John Connolly, paradossalmente più detestabile del violento e pericolosissimo Bulger, che quantomeno resta fedele al suo ruolo ed a se stesso.Solo qualche spunto, comunque, rispetto ad una potenzialità che, probabilmente, nelle mani di un regista e di uno sceneggiatore più consistenti avrebbe potuto trasformare Black Mass in una di quelle chicche destinate a formare una generazione di spettatori: visione alle spalle, invece, si ha soltanto l'impressione di aver assistito ad uno spettacolo buono come riempitivo da rispolverare di tanto in tanto per passare un pò di tempo con la sicurezza di cadere in piedi.Troppo poco, però, per rendere davvero il concetto di "Black mass".E secondo me, troppo poco anche per un personaggio come quello di James Bulger.Che, dovesse mai assistere a questo spettacolo, potrebbe non essere così soddisfatto.E non è mai un buon affare, scontentare il vecchio Whitey.
MrFord
"But in the end, baby
long towards the end of your road
don't reach out for me, babe
'cause I'm not gonna carry your load
but I'll live on and I'll be strong
'cause it just ain't my cross to bear."The Allman Brothers Band - "It's not my cross to bear" -
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