Che di cazzate nel mondo dei videogiochi, in particolare sulla sponda giornalismo o presunto tale, se ne sentano a nastro, è roba all'ordine del giorno. Di PR cretini e publisher che fanno richieste allucinanti, pure. Però in un certo senso, tutto fa parte del gioco. Fermo restando che è sacrosanto richiedere un embargo da parte di chi il prodotto lo vende ed è altrettanto doveroso rispettarlo l'embargo da parte di chi il prodotto lo vede (anche se io per primo, un paio ne ho rotti, per una questione di equilibri che comunque non venivano mai tenuti in considerazione), qui siamo oltre.
Activision ha messo infatti in black list, un blog francese che avrebbe semplicemente ufficializzato la release di Black Ops 2 grabbando uno screen da Amazon che lo aveva appena incluso nel suo database. Ora, cerchiamo di analizzare la cosa: spesso e volentieri i PR o chi per loro (le agenzie), sono personaggi che di videogiochi non capiscono una fava. Spesso sono gnocche uscite da poco dall'università, che nel promuovere un prodotto, non colgono la differenza tra Call of Duty e Madagascar (per restare in tema), parlando dell'uno e dell'altro allo stesso modo (con un giornalista in ROTFL che ascolta, in genere). Queste gnocche, tra l'altro, si perdono in cagate tipo "non potete scrivere rumor del sequel di Black Ops fino a che non ve lo diciamo noi", laddove servisse un genio per capire che il gioco che ha frantumato tutti i record della storia dell'intrattenimento, facente parte di una saga di 114 episodi, partorisse un sequel. Alla fine del giro, questo incredibile segreto è stato rivelato, per l'appunto, da Amazon ed è accaduto il casino. Una roba tragicomica:
- tragicomica perchè, come si diceva, il super segreto di cui non si poteva scrivere, è un'ovvietà ai limiti del paranormale
- tragicomica perchè, invece di prendersela con Amazon che ad Activision serve, il publisher se l'è presa con un blog che ha semplicemente riportato uno screen inequivocabile
- tragicomica perchè per rimediare a questa epocale stronzata, Activision si è sbrigata a smentire relativamente all'esistenza di una black list, laddove la black list esiste e ce l'hanno tutti, dal primo all'ultimo (ce l'avevo io con Midway, Eidos, Bethesda e con gli altri 30 publisher per cui ho lanciato prodotti). Non solo poi esistono black list a livello di network ma anche di persone, se vogliamo dirla tutta. "Non voglio quel giornalista lì, preferisco questo qui" è semplicemente all'ordine del giorno.
LETTO TUTTO? BENE. ORA REGISTRATI SUL FORUM CHE FA FICO E POSSIAMO PURE LITIGARE, POI
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