RIM/BlackBerry è ormai finita, anche i fondatori della casa canadese cominciano a vendere le proprie quote azionarie prima che il titolo crolli definitivamente, alla presentazione dei prossimi risultati trimestrali. La fine di BlackBerry quale società indipendente si sta avvicinando, come abbiamo pronosticato nei mesi scorsi.
Mike Laziridis, co-fondatore di BlackBerry, ha venduto recentemente alcune quote delle azioni possedute, ed ora possiede appena il 5% della società.
Doug Fregin, altro co-fondatore, ne possiede appena il 2.3%.
Jim Balsillie, co-fondatore anche lui, ed ex-CEO, ha venduto tutte le proprie quote in RIM questo marzo.
Come si suol dire, i topi stanno abbandonando la barca che affonda.
Questo affondamento, però, potrebbe rivelarsi un'ancora di salvezza per un'altra casa in difficoltà, Intel, la quale sta faticando notevolmente per inserirsi nel mercato mobile, attualmente terreno di caccia dei soli SoC ARM. La casa di Santa Clara, infatti, da diversi mesi sta regalando, nel verso senso della parola, i propri SoC Atom nella speranza di conquistare qualche quota di mercato significativa, invero con risultati abbastanza deludenti (attualmente possiede circa l'1% del mercato dei SoC). Le funzionalità limitate integrate nei SoC Intel li rendono dei prodotti poco appetibili, e le uniche case che stanno appoggiando la politica di Intel sono quelle emergenti che vogliono ritagliarsi una fetta di mercato, come Geekphone (Motorola e Lenovo hanno definitivamente abbandonato il gigante di Santa Clara). Avere dei SoC a costo zero è un ottimo modo per spingere sul prezzo, non avendo un Brand forte su cui far leva.
Il valore di BlackBerry sta colando a picco (in nove mesi è passato da circa 10 mld di dollari a 3.83 mld), e nei prossimi mesi sarà destinato a scendere ulteriormente. Qualora la società dovesse dichiarare la bancarotta l'eventuale compratore potrebbe portarsela a casa a prezzo di saldo, con un esborso inferiore, con tutta probabilità, al miliardo di dollari. Un po' come è accaduto alla statunitense OCZ, fallita recentemente, e comprata da Toshiba per appena 35 mld di dollari; un anno fa il valore di OCZ superava il miliardo.
L'acquisto di BB permetterebbe ad Intel di vendere propri terminali senza doversi affidare a terzi, ma soprattutto le permetterebbe di vendere i propri SoC in attivo. L'acquisto di BB, a mio parere, rappresenta l'ultima opportunità per Intel di inserirsi in un mercato ormai perso.