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Blackguards 2 – La parola d’ordine è rivisitazione

Da Videogiochi @ZGiochi
di Fabio Cecco D'Ortona

Blackguards ha aperto la strada ai tanti RPG rilasciati nel 2014, in particolar modo a quelli destinati esclusivamente al settore PC. Non ha accontentato tutti, la sua natura old school lo ha di fatto indirizzato verso una ormai poco nutrita schiera di appassionati hardcore con qualche anno in più sulle spalle, ma fummo più che lieti di trovarci di fronte ad una produzione ben pensata e sviluppata, che aveva alcuni difetti (tra tutti, un aspetto grafico acerbo e altalenante) a cui il team di sviluppo tedesco, Daedalic Entertainment, ha deciso di rimediare con la seconda installazione in uscita a fine gennaio 2015. Vediamo quali migliorie attenderci da questo SRPG ambientato nell’universo di The Dark Eye.

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NON C’È DUE SENZA…

Chi si aspetta un drastico cambiamento a livello di gameplay ed universo di gioco è sulla cattiva strada: Blackguards 2 a tutti gli effetti rappresenterà una sorta di versione rivista e migliorata del predecessore giunto negli store meno di un anno fa, ma alla base c’è un progetto solido che mira al miglioramento di aspetti cruciali, primo tra tutti la trama ed il lore. Nei panni di Cassia, intrappolata all’interno di una prigione-dungeon, il giocatore dovrà farsi strada tra le insidie, nel tentativo di tornare a governare un regno allo sbando. Ancora una volta, a vincere su tutto saranno i combattimenti tattici a turni, tramite i quali abbattere tutto ciò che si parerà dinnanzi a noi; di dungeon in dungeon (o dovremmo dire arena?), connessi tra loro grazie a dialoghi, cut scene, nuovi dettagli relativi alla trama, speranze e stati d’animo della protagonista e di coloro che incontrerà man mano, avrete modo di imparare a padroneggiare al meglio le abilità, gli attacchi e le difese in vostro possesso. Di conoscere i nuovi nemici, le inedite feature introdotte come la possibilità di disporsi in formazione o in copertura, che sembrerebbero aver abbassato anche un pochino il livello di difficoltà rispetto al primo Blackguards, o di osservare come le possibilità di imparare nuovi talenti e sbloccare nuove skill siano rimaste intatte, così come quella di rifornirsi dai mercanti sparsi nelle cittadine visitate. Ciò non deve portarvi a pensare che si tratti dello stesso gioco, sebbene i menù e l’interfaccia siano pressapoco identiche, chi ha passato un buon numero di ore sul primo capitolo noterà come in Blackguards 2 sia stata migliorata e semplificata l’accessibilità al livellamento del nostro party, ora influenzato direttamente dai talenti e dalle abilità in possesso, di come sia stato inserito il tool per la linea di tiro da lunghe distanze (si attiva alla pressione del tasto ‘X’), legata a stretto contatto alle caratteristiche delle armi prima e alla percentuale di successo nel portare a compimento un colpo di quel genere poi. E ancora: la possibilità di essere supportati da altre truppe in battaglia, facendo conquistare loro esperienza e migliorando le loro abilità, quindi il loro rango; l’ingresso in gioco della stamina, che aggiunge profondità tattica ai combattimenti limitando il numero degli attacchi speciali, o rifiniture che potrebbero esser pur viste come “scorciatoie”, riguardanti il lancio di abilità magiche. In Blackguards ricorderete come queste non andassero sempre a buon fine, rifacendosi alle regole “pen & paper” dei giochi di ruolo da tavolo, al cui lancio dei dadi si associava la possibilità di perdere per giunta dei punti; ora, i fallimenti sono limitati ad una unità per personaggio e il lancio degli attacchi magici è quindi quasi sempre garantito. Confermata la presenza degli oggetti interattivi, evidenziabili in-game alla pressione del tasto ‘V’, accompagnata con l’apprezzabile aggiunta di porte e scrigni contenenti oggetti speciali, o talvolta nuovi alleati e nemici (nel caso delle prime).

Sono comunque evidenti i punti di contatto, non soltanto per quel che concerne il gameplay in sé, che abbondano in riferimento alle sezioni “punta-e-clicca” tramite cui la protagonista apprenderà nuovi fatti e nozioni nei dialoghi con NPC, con gli interrogatori ad emergere tra le new entry. A detta dello sviluppatore porteranno freschezza nelle fasi più rilassanti della produzione, in modo tale da utilizzare quanto è in nostra conoscenza per stimolare l’interrogato a rivelarci particolari succosi e sconosciuti. Nel nostro accampamento, raggiungibile ogni qualvolta lo desideriamo tramite la mappa strategica, oltre al commercio, alla distribuzione dei punti esperienza e al dialogo con gli alleati, avremo facoltà di interrogare i prigionieri – qualora ne avessimo catturati – che non aiuteranno soltanto il nostro sapere sulle future battaglie, ma sbloccheranno perfino speciali equipaggiamenti e nuovi gruppi di mercenari; non portarli a compimento, compiendo scelte astruse senza ragionare, potrebbe perfino portare a conseguenze negative, come degli attacchi a sorpresa da parte del nemico. Non mancano infine, a dipanarsi in parallelo all’avanzamento della storia, un cospicuo numero di missioni secondarie, che vi porteranno anche a dover difendere zone già liberate dalla minaccia degli avversari… Qui, l’uso dell’astuzia, di trappole e tattiche ricercate, farà la differenza, portandovi a vivere un’avventura dal ritmo più sostenuto a lungo andare, ma che potrebbe risultare meno imperdibile di quella vissuta in Blackguards, sia per la distanza così breve da un capitolo e l’altro, sia per il fattore novità che viene un po’ meno, nonostante le nuove peculiarità promesse e sopra elencate. Di certo, ancora una volta, Blackguards 2 sarà un videogioco adatto a pochi; a chi non si spaventa di mettersi alla prova con un SRPG che sa come rendere le cose difficili ed intricate, a patto di giocarlo al livello di difficoltà massimo e di sfruttare, conoscere, provare e tentare ognuna delle possibilità offerte al giocatore, nei combattimenti così come nelle fasi di studio e di preparazione. Dal punto di vista tecnico i miglioramenti sono meno evidenti: si è lavorato abbastanza bene sulle animazioni, che sembrano aver goduto di ore extra di applicazione atte ad aumentarne anche il numero, e nella creazione delle arene/dungeon da visitare, ben diversificate tra di loro ma che non brillano per qualità a livello di texture o dettagli. Presto per dire come sarà il risultato finale, ma una palette dei colori tendente a tonalità scure, dal verde al grigio, risalta in maniera determinante quelle che saranno le vicende di gioco, a nostro avviso ancor più cupe di quelle già vissute, alle quali non bisogna dimenticare di aggiungere un doppiaggio in inglese davvero ben fatto (speriamo nell’accuratezza della traduzione riguardanti i sottotitoli in italiano).

Blackguards 2 – La parola d’ordine è rivisitazione


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