Blacklands indica un luogo, ma comprende al suo interno caratteri e personaggi “black” mentre attraversa “lands” d’oltremare per traghettare il lettore attraverso avvenimenti che mescolano le parole raccontando una vicenda torbida, quasi fangosa, che sa di cronaca, anche se propriamente dichiara di non esserlo.
La storia è incentrata su un breve lasso di tempo nella vita del giovane Steven, la cui esistenza è scandita, ed inevitabilmente segnata, da un evento accaduto molto tempo fa, e che, suo malgrado, cattura tutta la sua attenzione e concentrazione. Alla ricerca di uno zio perduto, Billy, e mai conosciuto, Steven scava, sotto la pioggia e con il freddo, scava per avere risposte, scava per uscire dalla miseria, scava per cercare, forse solo per quello, senza il preciso scopo di trovare, scava per agire ed evitare la paurosa immobilità nella quale sembra impantanata la sua famiglia, incastrata in quel fango che solo lui, armato del suo badile, può scostare via. Scava e scrive, lettere, proprio all’assassino dello zio, ora in carcere, lettere anonime beninteso, ma che risvegliano il perverso interesse del serial killer e ne determinano inaspettate e pericolose reazioni.
Steven cerca così di scoprire di più su un mostro umano nella speranza di sconfiggere il mostro della povertà che aleggia da tempo immemore sulla sua famiglia.
Ricco di descrizioni e di suspense in tutto il suo dipanarsi testuale il libro cerca di dire la sua sull’amicizia, sulla famiglia, sulla terrificante lucidità di un maniaco, inserendo il tutto all’interno di un brullo paesaggio inglese, descrivendolo fin nei minimi dettagli, ed arrivando a far percepire sulla pelle persino l’umidità che trasuda l’aria e la terra d’oltremanica.
Vincitore del Gold Dagger 2010 il libro d’esordio di Belinda Bauer cattura e avvince ponendo in essere il dubbio riguardo al sottile confine esistente tra finzione e realtà, poiché tanti, purtroppo, sono ogni giorno i Billy nel mondo.
Belinda Bauer
Blacklands
Marsilio
Traduzione di Fabio Zucchella
Pagine 232