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Trama: il famosissimo torero Antonio Villalta rimane paralizzato durante uno spettacolo e, lo stesso giorno, vede morire di parto la bellissima moglie. Passano gli anni e la piccola Carmen, una volta morta anche la nonna, torna a vivere col padre che non ha mai visto e, purtroppo, anche con la sua nuova, crudele moglie, Encarna...
Le fiabe classiche sembrano vivere un momento di gloria che non accenna a finire. Dopo Once Upon A Time, il divertente e particolare Biancaneve e l'innominabile Biancaneve e il cacciatore è arrivato il turno di un regista spagnolo che, con questo Blancanieves, rilegge la storia della fanciulla rossa come il sangue e bianca come la neve in chiave melò/kitsch. Per chi ancora non lo sapesse, Blancanieves è un film muto e in bianco e nero, girato come una pellicola degli anni '20, con suggestioni dell'espressionismo tedesco, del Freaks di Browning e con quel gusto per l'assurdo tipicamente spagnolo tanto che, se Pablo Berger avesse osato un po' di più, avrebbe potuto anche toccare le vette di un Santa Sangre: Biancaneve infatti diventa la figlia di un famoso torero, la matrigna un'arrampicatrice sociale perversa e i sette nani riducono il numero (pare che uno sia stato incornato), esacerbando le personalità di quelli Disneyani tanto che Brontolo viene descritto come uno psicopatico patentato, Cucciolo si innamora perdutamente della bella Biancaneve e Mammolo si presenta direttamente en travesti, quindi, considerato che non manca nemmeno l'animaletto mascotte tanto caro alla tradizione Disney, materiale per creare un vero e proprio delirio ce ne sarebbe stato. Berger, invece, si contiene e colpisce duro solo in un paio di sequenze, sbragando nell'inquietantissimo e triste finale con un'immagine disturbante che ancora non accenna ad abbandonare la mia mente.
Quanto a realizzazione, ho preferito Blancanieves all'altro grande film muto che ha conquistato le platee di tutto il mondo, The Artist. Innanzitutto, perché la pellicola di Berger ha un'aria meno moderna e recente, a tratti sembra davvero un vecchio film recuperato in qualche archivio, specialmente all'inizio. Secondariamente, perché adoro l'aria barocca e kitsch che permea quasi tutte le immagini del film, a partire dalle pantomime della nonna per arrivare a quell'aria Madonnara (il Cannibale aveva ragione!) nei momenti che precedono gli spettacoli nell'arena, per non parlare poi della foto col morto o del già citato finale con tanto di bara di vetro. Le altre cose che mi hanno letteralmente encantada sono i costumi e l'incredibile trucco dell'antagonista Encarna che, diciamocela tutta, è il vero fulcro della pellicola fin dal primo momento della sua comparsa: merito della bellezza particolare dell'attrice Maribel Verdú, in grado di eclissare una Biancaneve spaesatella e un po' sciatta (per contro, la piccola attrice chiamata ad interpretare Carmencita è espressiva e carinissima) e anche il codazzo di nani, tra i quali spicca un attore identico a Danny De Vito. Impossibile, invece, non venire toccati dall'interpretazione di Daniel Giménez Cacho, nel ruolo scomodo del freddo e burbero torero segnato dalla morte della moglie che, come in una favola, riacquista una tardiva voglia di vivere tra le braccia della figlioletta ritrovata. Nonostante qualche difetto e un calo di tono nella parte centrale, dunque, direi che Blancanieves mi è piaciuto parecchio. E' una pellicola che non mi sento di consigliare ai più ma, se siete curiosi di vedere un film particolare e amate le fiabe, dategli una chance.
Pablo Berger è il regista e sceneggiatore della pellicola, qui al suo secondo lungometraggio. Spagnolo, anche produttore, ha 50 anni.
Daniel Giménez Cacho interpreta il torero Antonio Villalta. Spagnolo, ha partecipato a film come Y tu mamá también - Anche tua madre, La mala educación, Somos lo que hay e Viaggio in paradiso. Anche regista, ha 52 anni e un film in uscita.
Ángela Molina (vero nome Ángela Molina Tejedor) interpreta Doña Concha, la nonna. Spagnola, ha partecipato a film come Quell’oscuro oggetto del desiderio, Fantaghirò (era la Strega bianca!), 1492 – La conquista del paradiso, Carne trémula, Gli abbracci spezzati, Baarìa e Barbarossa. Ha 58 anni e un film in uscita.
Maribel Verdú (vero nome María Isabel Verdú Rollán) interpreta Encarna, la matrigna. Spagnola, ha partecipato a film come Y tu mamá también - Anche tua madre e Il labirinto del fauno. Ha 43 anni.
Il film era stato scelto per rappresentare la Spagna agli Oscar di quest'anno ma non è mai finito nella cinquina. Peccato, ma se Blancanieves vi fosse piaciuto potete sempre recuperare il vincitore dell'edizione 2012, The Artist. ENJOY!
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