A Maria-Blanche non bastò.Cifariello scoprì appassionate lettere di tal Romeo Bonero, la moglie lo rabbonì con le moine.Roso dalla gelosia, lo scultore accettò un incarico in Germania, come direttore di una fabbrica di oggetti d'arte a Passau, e partì con lei. La suocera li seguì. Mise sul comò un ritratto della figlia, nuda, impegnata nella danza del ventre; diceva: "Questa era la vera vita di Maria". Dietro alla cornice, Filippo trovò altre due lettere ardenti. Decisero di separarsi per qualche tempo, la donna andò a Roma, ma tornò presto. Gli chiese il permesso di cantare in America. Pur di non perderla, Cifariello acconsentì. L'avventura americana fu un fallimento, Maria-Blanche sembrò pentita. Rientrarono a Roma.Il Comune di Bari commissionò allo scultore una statua del re Umberto; fu inaugurata nel 1905, in prima fila l'assessore Leonardo Soria, avvocato. Filippo, incauto, lo presentò alla moglie.Esausti anche economicamente, i Cifariello si trasferirono nella pensione "Mascotte" a Posillipo. Pochi giorni dopo, lo scultore vide uscire l'avvocato Soria dalla loro stanza, la numero 9, e capì. Ebbero un drammatico colloquio, Soria difese la purezza della signora, e ripartì. Ancora litigi. Maria acquistò una pistola col calcio di madreperla e la fece pagare al marito. Cifariello comprò una rivoltella.Così Maria-Blanche, che aveva lasciato la scena per amore, per amore deluso morì. Avvenne il 10 agosto 1905 nella pensione "Mascotte". Il marito irruppe, risuonarono cinque colpi. Soria fuggì in mutande, macchie di sangue su una coscia. La donna aveva un foro in faccia, due sulle braccia, uno squarcio in petto. Sul tavolino, dolci e due coppe di champagne. I periti settori, dopo l'autopsia, dissero che non avevano mai visto un corpo tanto perfetto. L'assassino disse: "Morta l'adoro più di prima". Su cartelli affissi alle porte di molti café-chantant di Napoli, dal Salone Margherita all'Eldorado, il giorno dopo l'uccisione di Blanche apparve una scritta. "Chiuso per lutto".
