Magazine Diario personale

Blind test

Da Chiagia

Spesso mi capita di giocare con me stesso, di mettermi alla prova.
E’ un modo come un altro di sbizzarrire la mia scemitudine.
Per esempio, come ho già detto tempo fa, io non ho la memoria del gusto.
Cioè non riconosco le cose dal sapore se non le vedo, almeno escluso i casi più eclatanti tipo la cioccolata, che quella la annuso anche a chilometri di distanza.
Da qualche tempo ho scoperto all’Esselunga delle caramelle meravigliose, che si presentano in un sacchetto misto e impacchettate una a una, con colori e forme che ricordano quelle che nelle drogherie di una volta si trovavano nei cilindroni espositori.
Nel sacchetto sono mescolate, senza apparente logica, caramelle dei seguenti gusti: anice, salvia, ginepro, camomilla, liquirizia, chinotto, mirtillo, latte e menta e altre che ora non mi ricordo.
Il gioco, l’avrete capito, sta nel riconoscere le caramelle dal gusto aprendole senza guardare la confezione.
L’altra sera ero a teatro e mentre Albanese faceva scompisciare il pubblico dicendo cazzucazzu io ho estratto una caramella nel buio e l’ho depositata sulla lingua.
Va da sè che a quel punto il mio cervello era distratto dallo spettacolo, impegnato com’era nel disperato tentativo di abbinare le sensazioni con il ricordo.
Non è abbastanza dolce (no latte e menta), non rilassa (no camomilla), non mi ricorda il cinghiale marinato (no ginepro), non sa di Chinò (no chinotto).
Alla fine non ho indovinato ma a mia discolpa posso dire di essere stato ingannato.
Si trattava di un gusto mai presentato negli assortimenti precedenti, un’erba che non saprei nemmeno riconoscere se la vedessi in un campo, figurati il gusto.
Quale gusto è, al solito, non lo dico.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :