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Trama: un gruppo di ragazzini passa le serate a derubare le case delle celebrità, godendosi i frutti delle rapine tra discoteche, foto, provini e droga...
La stupidità della Facebook generation filtrata dallo sguardo modaiolo e chic di Sofia Coppola. Così potrebbe essere tranquillamente riassunto Bling Ring, un film criticato per la mancanza di contenuti, per l'inconsistenza della trama (tratta da fatti realmente accaduti e già riportati nell'ormai famigerato articolo The Suspects Wore Louboutins di Nancy Jo Sales) e per la lentezza. Volete la verità? Forse sarò scema come le ragazzine descritte dalla Coppola ma a me è bastato stordirmi con la stilosissima colonna sonora e vedere le borse Chanel, le valanghe di scarpe tacco 12, gli accessori assurdi e le mise intriganti delle protagoniste per passare un'ora e mezza di incredulo divertimento e riuscire anche a riflettere sul desolante vuoto che riempie la testa e le giornate non solo di questi mocciosi sbandati, ma di tutti noi, chi più chi meno. Quanto sono diverse le wannabe coppoliane dalle persone che hanno passato giorni su internet, davanti alla tv o con la faccia nei giornali per non perdersi nemmeno un istante del fantasticissimissimo matrimonio di Belen Rodriguez mentre l'Italia andava letteralmente a catafascio? Quante persone passano le serate allo stesso modo di Nicki e compagnia, sculettando seminude e ubriache fradice o, se uomini, conciati come dei tamarri sperando invano che qualche talent scout li consacri a nuove star televisive da imporre a modello per giovani sempre più demotivati e in cerca del successo facile? E guardate un po' quelle terribili trasmissioni con i cantanti bambini, che si sgolano su testi che probabilmente non capiscono, non amano e non conoscono, con i genitori che li spingono sul palco a calci in culo per essere giudicati manco fossero a Sanremo? La Coppola sarà vuota e furbetta quanto volete ma Bling Ring racconta, né più né meno, la nostra triste realtà.
Poi, se si vuole criticare il fatto che sì, i sospetti avranno anche indossato Louboutin ma è anche vero che i VIP gli lasciavano le porte aperte, gli antifurti scollegati, le casseforti sullo zerbino, i gioielli in bella vista, i portafogli sui sedili anteriori delle macchine e quant'altro, la cosa ha fatto ridere anche me e lo ammetto. Se si vuole criticare il fatto che Bling Ring non è altro che una ripetuta sequenza di furti su cui lo sguardo della Coppola indugia compiaciuto e poco vario (tranne nella spettacolare ripresa della casa interamente trasparente di Audrina) perdendosi tra ninnoli ed abiti, non posso negare che a lungo andare il gioco può stancare. Ma sinceramente, generazioni stupide di individui viziati venerano idoli stupidi e inutili quanto loro (rubare in casa di una che di "mestiere" fa l'ereditiera o di un'altra che, a sua volta, ruba nelle gioiellerie e si ritrova in carcere con chi le ha recato danno può davvero essere considerato un crimine...?) e la noia della loro vita sciocca e sciapa si ripropone inevitabilmente anche nella routine del furto: avete notato come la Coppola, all'inizio della pellicola, si sofferma sul dettaglio e poi, a poco a poco, comincia ad inquadrare solo disordinati e scintillanti cumuli di roba? Una perfetta riproduzione della mentalità di questi tristi mocciosi che sciupano subito persino il brivido del proibito, assimilandolo come un fatto dovuto di cui vantarsi con gli amici o su Facebook... o di una società che è riuscita, attraverso i loro gesti "criminali", a farli diventare quello che volevano: famosi. Alla faccia di chi si impegna per raggiungere degli obiettivi, infatti, sappiate che la vera Nicki (interpretata da una Watson perfetta che tranquillamente svetta su tutti gli altri attori), tale Alexis Neiers, ha vissuto della fama derivata dalla vicenda attraverso blog, Youtube, interviste e quant'altro e lo stesso vale per buona parte dei membri della banda. E anche se così non fosse stato, è arrivata la Coppola a ricordarci e a romanzare la loro esistenza con questo film che a me, se non si fosse capito, è piaciuto parecchio.
Di Emma Watson, che interpreta Nicki, ho già parlato qui.
Sofia Coppola è la regista e co-sceneggiatrice della pellicola. Americana, figlia di Francis Ford Coppola, ha diretto i film Il giardino delle vergini suicide, Lost in Translation, Marie Antoinette e Somewhere. Anche attrice, produttrice e costumista, ha 42 anni e ha vinto un Oscar per la sceneggiatura di Lost in Translation.
Taissa Farmiga interpreta Sam. Sorella di Vera Farmiga, ha partecipato alla prima serie di American Horror Story e tra qualche giorno tornerà nella terza, Coven. Ha 19 anni e due film in uscita.
Leslie Mann interpreta Laurie. Americana, ha partecipato a film come Il rompiscatole, George re della giungla…?, Orange County, 40 anni vergine e alla serie Hercules, inoltre ha lavorato come doppiatrice in ParaNorman. Ha 39 anni e due film in uscita.
Tra gli altri attori, segnalo l'apparizione di Kirsten Dunst e Paris Hilton, ovviamente nei panni di loro stesse, mentre Orlando Bloom, Audrina Patridge e Lindsay Lohan compaiono brevemente in alcune immagini di repertorio. L'articolo di Vanity Fair era già stato trasposto in un film per la TV del 2011 intitolato sempre The Bling Ring. Non avendolo mai visto, non vi consiglio di recuperarlo, ma se Bling Ring vi fosse piaciuto guardatevi anche Spring Breakers e Somewhere. ENJOY!
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