A guardare i film che ultimamente raccontano i giovani d'oggi c'è di che preoccuparsi.
A dire la verità, anche solo guardando i giovani d'oggi che ci stanno attorno, c'è da preoccuparsi.
La mania estetica, il bisogno di essere sempre collegati e in vista, di apparire è, in questi ultimi anni, aumentata in maniera esponenziale, causa social sempre più indispensabili e stili di vita e di modelli a cui riferirsi non certo di spessore.
Lo scorso anno ci avevano pensato le ragazzine tutto feste e sesso di Spring Breakers a mettere in subbuglio la visione di queste generazioni.
Adesso, dice la sua pure Sofia Coppola.
I due film sono decisamente diversi, però.
Se da una parte Harmony Korine utilizza una poetica disturbante e ripetitiva, fatta di momenti epici e ridicoli allo stesso tempo, che si incastrano però in un racconto di formazione tutt'altro che convenzionale; dall'altra abbiamo una Coppola che sembra abbandonare il suo tipico linguaggio, restando nel campo pop e colorato, ma mai come prima così intriso di verità.
I suoi protagonisti non sono delle ragazzine allo sbando fuorviate da videogame o film, sono giovani annoiati e ricchi che vorrebbero però essere più ricchi, e che trovano la facile via nell'esserlo entrando e vivendo, anche se per poco, nella vita degli altri. Il fatto che questi altri siano Paris Hilton, Lindsay Lohan, Audrina del programma di MTV The Hills, Rachel "Summer" Bilson fa ben riflettere sui modelli comportamentali e di fama che questi inseguono.
Quello che li richiama è la facilità con cui riescono ad entrare in queste case vuote ma piene -basta digitare su google la richiesta di indirizzo-, e l'altrettanto facilità di poter fare un vero e proprio shopping senza bisogno di denaro.
Che poi quanto rubato venga indossato in modo tutt'altro che elegante, è un altro paio di maniche.
Anche la gerarchizzazione all'interno di questo clan richiama quello di Spring Breakers, con una grande capa -Rebecca, la più disinvolta e consapevole- che dirige i suoi sottoposti che vanno dal devoto Marc, alle sorelle in cerca di gloria Nicki e Sam (l'ormai lanciatissima Emma Watson, odiosa più che mai, seguita a ruota da Taissa Farmiga vista in American Horror Story) a, infine, l'alternativa Chloe, ma nessuna, e ripeto, nessuna, traccia di chi si tira indietro, di chi cerca di desistere e tornare a un'inesistente retta via.
Tra un'irruzione e l'altra, il vuoto, fatto di serate in discoteca, fiumi di alcool e di droga, e tante, tante autofoto, che riempiono con l'effimero la loro vita dove gli stessi genitori li istigano a un comportamento superficiale.
Il quadro che ne esce è quindi quello devastante di una gioventù bruciata nel modo peggiore, incapace di imparare dai proprio errori, visto che, tra chi ha davanti a sé duri anni di carcere, altri approfittano degli eventi per aumentare la propria fama, per crearsi da questo vuoto, da questo nulla, un futuro. E la cosa che davvero sconcerta, e a cui è impossibile non pensare, è come questo stesso film non faccia che fomentare e accrescere l'ego di certe persone che nemmeno si rendono conto della gravità delle loro azioni e del giudizio degli altri.
E la riprova è nel pubblico giovane che, ignaro di quanta critica sia la realtà presentata, ha affollato le sale, un po' come appena un anno fa successe con Spring Breakers, complice il sottotitolo italiano -Una vacanza da sballo- e le protagoniste disneyane, che hanno richiamato i più giovani.
Allora perchè tanto clamore e tanta divisione per un film che riesce a raccontare così tristemente bene i giorni d'oggi?
Il fatto principale è che il film sembra poco nelle corde di Sofia Coppola, della regista che ci aveva abituato ai lunghi silenzi e alla poesia di immagini ricche di significato, di storie interessanti per quanto scabre.
Bling Ring mantiene il colore, come detto, la musica doc -che qui vira più verso il mondo hip-hop- ma si distanzia dal resto della filmografia della figlia d'arte. Una distanza che può essere un pregio, come un difetto, dipende dai punti di vista.
Per quel che mi riguarda, invece, Bling Ring è un ritratto al vetriolo di un modello sociale sempre più alla moda, che merita per questo il plauso e l'attenzione.
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