Sofia Coppola torna, dopo aver vinto il Leone d’Oro a Venezia con Somewhere, a parlare della vita dei vips, ma questa volta lo fa da un altro punto di vista. Racconta la regista che qualche anno fa, mentre volava da qualche parte per le vacanze, lesse in aereo un articolo su Vanity Fair intitolato “The suspects wore Laboutins” e pensò che qualcuno dovesse farci un film.
La storia è vera e i protagonisti sono due ragazzi liceali di Hollywood, Marc e Rebecca, che una sera, sapendola fuori di casa, entrano di nascosto nella casa di Paris Hilton. I due ci prendono gusto e così, dopo aver coinvolto altre amiche, cominciano un tour serale di tutte le case dei famosi di Hollywood (Rachel Bilson, Lindsay Lohan, Orlando Bloom e Audrina (chi è?)). Scavalcano il cancello, prendono la chiave da sotto lo zerbino, entrano e rubacchiano vestiti, gioielli, scarpe, borse, talvolta anche tappeti o quadri: insomma nulla che possa far notare la differenza ai padroni di casa. E infatti per un annetto nessuno ci fa caso.
Di buono c’è che la Coppola non delude in quanto a regia e fotografia. Per il resto, è brutto dirlo, ma se avete visto il trailer, il film potete anche non vederlo. La Coppola prende l’inchiesta di Vanity Fair come spunto per farci un film, ma di fatto non ci aggiunge assolutamente nulla. I cinque ladruncoli sono personaggi appena abbozzati, ragazzi fanatici e senza scrupoli, a volte furbi a volte scemi, ma comunque senz’anima (che, adesso, saranno superficiali quanto vuoi, ma un’anima ce l’avranno pure, no?). L’unico che sembra preoccuparsi per le conseguenze di quello che stanno facendo è Marc, ma anche la sua caratterizzazione psicologica si ferma qui.
Molto più spazio andava dedicato all’arresto, al processo, alle interviste dei giornalisti, alle famiglie degli indagati (le scene che riprendono la vita quotidiana della famiglia di Nicki sono le più significative del film), anziché riprendere per un’ora loro che si tuffano nelle cabine armadio e saltellano lanciando gridolini isterici. E anche volendo divertirsi girando un film su “quello che farei se entrassi in casa di Paris Hilton”, ci si poteva sbizzarrire molto di più. No, Coppola?
Poteva essere un film di denuncia sul fanatismo adolescenziale, un lungometraggio alla Somewhere, dove non c’è storia ma ogni scena è godibile, la cronaca di un processo infarcita di flashback e voci fuori campo, ma purtroppo Bling Ring non è nulla di tutto ciò e anche le banali risposte della regista all’intervista per Sky Cine News non ci fanno cambiare idea, anzi…
VOTO: 5
Titolo: Bling Ring
Regia: Sofia Coppola
Anno: 2013
Cast: K. Chang, E. Watson, I. Broussard, T. Farmiga, C. Julien