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BLING RING (The Bling Ring)

Creato il 26 settembre 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

bling-ring-posterCome sempre manca il giudizio di Sofia, ma forse qui era necessario

Sofia Coppola martella (nuovamente) sulla cultura pop e i suoi derivati. Non giudica, ma nemmeno mette in mostra uno stile scintillante. Blig Ring (The Bling Ring, 2013) è un monito generazionale, ma fine a se stesso.

Rebecca (Katie Chang), Mark (Israel Broussard), Nicki (Emma Watson), Sam (Taissa Farmiga) e Emily (Georgia Rock) sono cinque ragazzi (borghesi) che vivono a Hollywood. Idolatrano i divi del piccolo e grande schermo e, dopo aver scoperto che Paris Hilton è fuori casa per una festa, cercano l’indirizzo su Google e fanno visita alla sua villa. Ma l’ereditiera Hilton non sarà l’unica a cui faranno visita. Tratto da una storia vera.

Sofia Coppola mette da parte i tempi dilatati di Somewhere (2010) e li serra un po’ nel suo nuovo prodotto Bling Ring, film di apertura della sezione Un Certain Regard di Cannes 66. Purtroppo il risultato è ridondante, mentre la regista spia dal buco della serratura (o da una telecamera di sicurezza). E non si può non notare l’interesse della Coppola a soffermarsi nuovamente sulla generazione adolescenziale, sul suo nichilismo, sulla solitudine e sulla creazione di falsi miti, figli di uno show biz a cui i protagonisti (tutti alla prima partecipazione cinematografica, a parte la navigata Emma Watson) devono appartenere. In Bling Ring non troviamo l’opposizione con il mondo adulto, ma la sterile volontà di conformar visi, possedendo quegli oggetti e quei gadget che ne identificano il mondo. Eppure c’è qualcosa che non convince, perché il film non si pone come strumento di denuncia, ma come contenitore sociale di una generazione che vive una trasgressione insana o amorale. Sofia Coppola ha chiare le cause di quest’amoralità, ma si limita a osservarle in modo impotente e a muovere una denuncia arida, nel momento in cui mette in bocca ai protagonisti dichiarazioni “vere”, che lasciano senza parole. E se la colpa fosse dei genitori? Se fosse così si ritorna a un vecchio tema, caro alla regista statunitense: l’assenza dei genitori. Difatti anche in Bling Ring vediamo un’unica famiglia (quasi) al completo (quella di Nicki e Sam, anche se decisamente macchiettistica e comicamente opprimente), mentre per quanto riguarda il resto dei protagonisti c’è una sottolineata, e totale, assenza da parte dei genitori. Di conseguenza l’impressione è che torni la solitudine anaffettiva di Cleo (protagonista di Somewhere, pellicola che gli è valso il Leone d’Oro a Venezia 67) e quel mondo dorato e iconico, che in Bling Ring viene innaffiato di colore e musica pop in sottofondo.

Bling Ring, caratterizzato da una sceneggiatura minimale e una regia scarna e ridotta all’osso (inquadrature statiche si fondono con found footage di telecamere di sicurezza), esibisce una denuncia sussurrata e sterile, nella quale si assapora la costruzione a tavolino.

Uscita al cinema: 26 settembre 2013

Voto: **


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