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Blocco stipendi, forze dell’ordine allo sciopero. Renzi: “Li riceverò, ma non accetto ricatti”

Creato il 05 settembre 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino Blocco stipendi, forze dell’ordine allo sciopero. Renzi: “Li riceverò, ma non accetto ricatti” - 5 settembre 2014

Blocco stipendi statali “Entro la fine di settembre”, “azioni di protesta”, “capillare attività di sensibilizzazione” dei cittadini sui rischi ai quali viene esposto il settore. Può sembrare un ultimatum di una cellula rivoltosa, e invece è un programma ben radicato e stilato dai sindacati delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco e dal Cocer interforze “qualora dovesse essere rinnovato il blocco del tetto delle retribuzioni”. Così sindacati e Cocer: “Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica siamo costretti a dichiarare lo sciopero generale” del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, “verificata la totale chiusura del governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme”. Perché? Il ministro Marianna Madia ha annunciato il blocco dei salari del pubblico impiego anche per il 2015.

Renzi: “Riceverò gli agenti di polizia, ma non accetterò ricatti”. Il premier, inoltre, sottolinea come sia effettivamente ingiusto scioperare per la pretesa di un probabile aumento di stipendio, quando ci sono milioni di disoccupati. “Volentieri apriamo un tavolo di discussione con le forze di sicurezza che sono fondamentali per la vita dell’Italia. Ma siamo l’unico Paese che ha cinque forze di polizia: se voglio discutere siano pronti a farlo, ma su tutto. Non stiamo toccando lo stipendio né il posto di lavoro di nessuno”. Inoltre sottolinea che “il blocco degli stipendi fosse già previsto nel def”, “niente di nuovo”.

Le dichiarazioni di Renzi sono state accolte ed ascoltati dai segretari di Siulp, Siap-Anfp, Silp Cgil, Ugl Polizia, Coisp, Consap e Uil Polizia: “Bene la dichiarata disponibilità del presidente Renzi ad incontrare i rappresentanti delle donne e degli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico, meno bene la non chiarezza circa le rivendicazione dello stesso personale”.

Il documento dei sindacati della sicurezza“Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le Istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese”.

Il ministro Madia non tarda a far sentire la sua voce: “Alla faccia della ‘annuncite’ che alcuni ci contestano, dico che questo è il governo che fa le cose e che non alimenta aspettative che non può mantenere”, è la risposta del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, dal palco della festa dell’Unità di Bologna, alle critiche giunte al governo per lo stop all’aumento degli stipendi dei dipendenti statali”. “Noi non facciamo alleanze precostituite con un blocco sociale, facciamo un’alleanza con gli italiani. È questa l’unica alleanza vera che fa questo governo: non con i blocchi sociali ed elettorali tradizionali. Noi siamo trasversali a quelli. L’alleanza è sulle persone e la dignità del lavoro è per tutti, tanto per chi è precario quanto per chi non lo è, tanto per chi lavora nel pubblico quanto nel privato”.

Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Non comprendiamo la logica per cui si continua a prorogare il blocco dei contratti. La sensazione è che si seguiti a chiedere ai soliti noti per non toccare altri interessi che invece produrrebbero molte risorse”. Repentinamente, il titolare della Funzione pubblica: “In questo momento non ci sono le risorse perché l’Italia è ancora in una fase di difficoltà economica”.
Camusso da Buggerru: “Bisogna decidere che cosa si vuol fare”. “Il presidente del Consiglio e il governo hanno fatto la manovra sugli 80 euro che noi abbiamo giudicato positivamente, non solo perché era un segno di riconoscimento al lavoro ma soprattutto perché era il segnale che non si esce dalla crisi abbassando i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori”. “Ecco perchè vorremmo coerenza con questa scelta, chiudendo una stagione lunga sei anni che ha portato all’impoverimento delle retribuzioni e delle pensioni. Bisogna mettere al centro il tema della creazione di lavoro: se non si riparte da questo, dal fare investimenti, non possiamo uscire dalla recessione”.


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