Nella fattispecie ho deciso di condividere il post molto sentito scritto e pubblicato dall'amico Viktor, grande conducente del blog Radio Nowhere.
Perché condividere? Beh, perché è un pezzo che parla dei nostri blog, della fatica e del tempo che noi tutti dedichiamo a queste nostre creature, parla del nostro impegno e dell'importanza dei riscontri scaturiti dalla nostra passione. Certo che si scrive per se stessi, però...
Per quel che riguarda La Firma Cangiante, va da sè che le riflessioni che scaturiranno dalla lettura del pezzo del buon Vik toccano solo marginalmente i lettori più affezionati. Questo blog è cresciuto grazie all'affetto di persone come L'Adri, M4ry, Luigi, Luke, Black, Elle, Giuseppe, lo stesso Viktor e via via tutti gli altri (voi sapete chi siete, vecchie birbe).
Sarebbe carino però raccogliere le impressioni un po' di tutti sull'argomento, vi lascio ora alle parole di Viktor.
BLOG: ISTRUZIONI PER L'USO
Avere un blog è doppiamente difficile: non basta esser dei bravi "autori", ma si deve sperare anche di avere dei bravi lettori, altrimenti la prima parte del lavoro è vanificata.
Ogni lettore di blog dovrebbe conoscere e attenersi a delle piccole e semplici regolette grazie alle quali il proprio blog preferito può mantenersi in vita, diversamente questo sarà costretto ad un lento, ma inesorabile declino che prima o poi lo porterà alla morte.
Questo post, per quanto possa risultare odioso è in realtà solo un tentativo di chiarire un paio di aspetti troppo spesso trascurati dai suoi lettori.
Sia chiaro, non si vuole fare la paternale a nessuno, ma solo sensibilizzare l'importanza della Vostra collaborazione ai fini della longevità di questo e altri spazi in cui è bello sostare per leggere, informarsi, condividere pensieri e staccare la spina in modo intelligente.
I COMMENTI SONO FONDAMENTALI.
In questi anni da blogger ho avuto più volte modo di leggere su spazi gestiti da amici la loro frustrazione e la volontà di lasciar morire il proprio blog perchè lo sforzo impiegato nella sua gestione non era proporzionale alla soddisfazione che ne derivava.
Avere un blog è un impegno. è sicuramente un piacere ma, chi ne ha uno sa di cosa parlo, porta via molto tempo e risorse. A meno che non si voglia utilizzarlo come diario personale in cui scrivere della propria quotidianità, ma per questo ormai ci sono i social e chi bazzica queste pagine conosce bene la differenza, un blog richiede creatività, fantasia, voglia e capacità di trovare articoli che possano interessare degli eventuali lettori, richiede tempo per la ricerca e la documentazione sugli argomenti che si vogliono trattare. Si deve poi pensare al taglio, alla forma e alla lunghezza dei post che si vogliono scrivere, ci si deve pensare, prepararli, buttarli giù, leggere, rileggere, correggerli e ancora leggere, cambiare, limare, sostituire...
Inoltre il post in sè talvolta non basta e il blog necessita di varie iniziative che portino l'attenzione dei visitatori su di esso. Insomma, un lavoro di progettazione, preparazione, creazione e messa a punto non esattamente trascurabile, specie quando gli argomenti si fanno densi e richiedono tanto lavoro di "pre-produzione". In questo senso, per fare un esempio, il blog che seguo diMonkey per me è da prendere a paradigma per capire ciò che sto dicendo.
Ora, tornando a quegli amici che in diverse occasioni hanno manifestato la loro volontà di abbandonare il proprio blog, al di là del problema della quantità di tempo da doverci investire, penso che la scelta fosse dovuta anche alla mancanza di un appropriato feedback al lavoro svolto. E in che modo il lettore di un blog può dare un feedback al suo autore? Tramite un commento al post. La mancanza di commenti ai post è l'anticamera della morte del blog.
I commenti servono all'autore del post per capire se ciò che ha pensato, preparato e scritto è stato non solo letto, ma recepito, bene o male ha meno importanza. Con alcuni lettori assidui ci si vede poi anche di persona e vuoi per pigrizia o per anche una loro mancanza di tempo, preferiscono commentare ciò che hai scritto a voce o magari con una mail o un sms. In questo modo stanno uccidendo il blog che loro stessi hanno piacere di leggere. Il blog è uno spazio d'aggregazione, a me piace pensare con valenza culturale, oltre che sociale, nel senso del creare degli incontri tra persone. Se mancano i commenti, anche a fronte di una visita e di una lettura del post, non può esserci quello scambio di idee, quel reciproco confrontarsi in maniera costruttiva che sta alla base del blog stesso e della volontà di dialogo aperto del suo autore.
Senza commento non nasce nessuna discussione e il blog avvizzisce, perchè viene meno il confronto e cresce la frustrazione dell'autore per aver messo tempo e fatica nella scrittura di qualcosa che non crea confronto, dialogo, scambio di opinione.
Il commento non deve per forza essere una contro tesi di 2000 battute. A volte basta una frase o una parola: "Bello", "Brutto", "Hai ragione", "Non la penso affatto così", "Tutte stronzate"...etc. Scrivere un commento di questo tipo porta via meno di cinque secondi, ma è in grado di far nascere un confronto, tra altri lettori, o con l'autore stesso, che possono essere molto interessanti e costruttivi e che in definitiva sono, per quel che mi riguarda il fine ultimo del blog.
UNIRSI AI LETTORI FISSI DI UN BLOG è UTILE!
Scegliere di manifestare il proprio interesse per il blog registrandosi con un qualsiasi account tra i "lettori fissi" o "followers", non serve solo a nutrire l'ego dell'autore del blog, ma diventa per quest'ultimo un utile strumento statistico per capire a colpo d'occhio se il bacino dei suoi lettori sta mutando e per quanti lettori potenzialmente sta scrivendo in un determinato momento. Inoltre le iscrizioni, come i commenti, danno la possibilità di avere maggiori interazioni tra i lettori e di allargare il giro di blog direttamente o indirettamente connessi, scoprire nuove pagine, persone e contenuti. Capite da soli che se nessuno scrive o rimangono tutti anonimi l'allargamento "sociale" del blog non si può realizzare.
I riferimenti statistici e i feedback sono insomma fondamentali per capire se e come aggiustare il tiro, cosa e come scrivere, con che frequenza etc.
In pratica, se la cena ve la siete gustata o vi è rimasta sullo stomaco, ditelo allo chef: solo così potrà correggere i suoi errori e sapere quale è stata la vostra portata preferita e quale non vi deve far trovare sul menù la prossima volta.
Piccoli accorgimenti che possono cambiare radicalmente l'andamento di un blog, credetemi.
Un abbraccio a tutti i miei lettori, i miei amici e i Blood Brothers in ascolto. Grazie per l'affetto. Spero sempre che il Viaggio sia di vostro gradimento.
Alla prossima.
Vik.