TAPPA #5
CRONACHE INFERNALI
di Alexia Bianchini
Titolo: Cronache Infernali
Autore: Alexia Bianchini
Collana: Rosa Gotica
Edito da: Dunwich edizioni
Prezzo: 9,90 € cartaceo (disponibile dal 12/12) – ebook 2,99 €
Genere: Fantasy/Horro
Pagine: 148 p.
Trama: Vi è un mondo celato ai nostri occhi, fatto di spiriti e anime erranti. Non è del Regno dei Cieli che stiamo parlando, ma dell’antro in cui demoni e peccatori dimorano dalla notte dei tempi. Siamo certi che solo i corrotti ne siano designati? E quale sorte spetta a coloro che finiscono fra le fiamme dell’Inferno?
Demoni, principi maledetti, cacciatori. Tradimenti e passioni si intrecciano fra le pagine di questa storia, tra Terra e Inferi. Nel Bene c’è sempre un po’ di Male, e nel Male è possibile trovare un po’ di Bene?
A voi l’ardua sentenza.
di molly68
Quinta tappa del blog tour di Cronache infernali, l’ultimo lavoro di Alexia Bianchini edito da Dunwich. Un romanzo ben scritto, dall’intreccio originale, una storia gotica ma dalle venature rosa che ci fa fare una cavalcata tra varie epoche e ci porta a conoscere i demoni e il loro universo.
A tal proposito, per questa fermata del tour noi di Sognando Leggendo abbiamo deciso di occuparci in particolare di due personaggi citati nel romanzo: Belzebù e Lucifero, due figure distinte ma che l’immaginario collettivo spesso confonde e considera come la stessa entità.
Alexia Bianchini li descrive così:
Lucifero
Il corpo del nemico era simile al suo. Stesso numero di arti e occhi, ma era privo di corna. Era di una bellezza disarmante. Irradiava luce e ogni curva era perfetta, armoniosa. I lunghi capelli dorati gli facevano da veste tanto erano folti. (Cronache Infernali, L’incontro con Lucifero)
Belzebù
Il demone era di cattivo umore, lo si vedeva dall’aspetto tutt’altro che affascinante. Lo sguardo infuocato, le corna lunghe e acuminate. Bastò una carezza lasciva della donna, un bacio languido, e l’orrore lasciò il posto alla magnificenza. Belzebù si trasformò in un meraviglioso uomo, con la pelle d’ebano e gli occhi magnetici, ma le iridi di fiamme tradivano la sua anima corrotta. (Cronache Infernali, Belzebù e la sua amante)
Ma chi sono realmente questi due demoni?
Nelle culture mesopotamiche e persiane venivano adorati Dei molto simili a quello che noi chiamiamo Satana – uno dei motivi per cui si crea confusione tra Satana, Lucifero e Belzebù – e le influenze mediorientali hanno contribuito in maniera sostanziosa a dar vita al principe dell’inferno così come lo conosciamo.
La corrente di pensiero classica, derivante dalla tradizione ebraica, ritiene che Lucifero sia il nome che il Demonio aveva prima della sua caduta (il termine italiano “portatore di luce”, deriva dal latino lucĭfer che a sua volta è traduzione etimologica del greco ϕωσϕόρος: con questo termine i Greci indicavano il pianeta Venere per il suo brillante splendore soprattutto in prossimità dell’alba, da qui “figlio dell’aurora”), mentre Belzebù sia il demone di provenienza mediorientale conosciuto anche come Baal (o Ba‘al, dall’accadico “bēlu”: signore, padrone, proprietario, una delle principali divinità della mitologia fenicia).
“Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del nord; salirò sulle parti piú alte delle nubi, sarò simile all’Altissimo”.
(Isaia 14:12-14)
La storia riportata dalla Bibbia cristiana racconta che in origine Lucifero fosse l’Arcangelo più bello, più splendente e più vicino all’Altissimo, perciò chiamato “portatore di luce”, che però, proprio per questa sua vicinanza, credette d’essere più potente di Dio, peccando così di superbia e ribellandosi al volere divino. Radunò a sé un terzo delle schiere angeliche e mosse guerra contro l’Onnipotente, che lo vinse e lo precipitò dal Cielo insieme ai suoi angeli devoti; la caduta durò 9 giorni, poi l’Inferno si spalancò sotto di loro e li inghiottì. Secondo la tradizione, in quel momento il vero nome di Lucifero venne “cancellato dai Cieli”, con l’imposizione che nessuno lo pronunciasse mai più, e con l’ordine che venisse chiamato da allora in avanti “Satàn” (“Avversario”). Lontani dalla luce divina, i meravigliosi angeli si mutarono in orridi demoni e da allora il solo scopo del demonio, invidioso e furente, divenne quello di trascinare gli uomini, novelli e privilegiati figli di Dio, nella sua dimora di disperazione per l’eternità.
Baal (“signore”), invece, era il nome comune della divinità dei popoli di Canaan, nome che aveva soppiantato quello, primitivo, di El. Baal era venerato in diverse località assumendo diversi nomi: ad Eqrōn era detto Baal-zĕbūl, il ” Signore-Principe “, che già la Bibbia (IV Reg. 1, 2, 3, 6, 16) cambia, probabilmente, nel soprannome Beelzĕbhùbh, ” signore delle mosche “. Nel Nuovo Testamento Beelzĕbūb o Beel-zĕbūl (ambedue le forme sono riscontrabili) è divenuto il principe dei demoni (Matt. 12, 24).
Fu Dante Alighieri, nella Divina Commedia, a impiegare il nome di Baal per indicare Lucifero, principe dei demoni (If XXXIV 127), come se Belzebù non fosse altro che un nome sostitutivo; fu questo, con molta probabilità, che contribuì ad alimentare la confusione tra le due figure demoniache.
I due raffigurano anche i diversi aspetti attribuiti al demonio nei tempi. Il diavolo paleocristiano aveva, infatti, un bell’aspetto e somigliava più a Lucifero che a Satana. Nel tardo medioevo poi avvenne il cambiamento da essere lucente e bellissimo a bestia immonda simile all’antico dio Pan (che influì moltissimo a conferire l’aspetto bestiale e terrificante al diavolo), assai vicino alla versione “Signore delle Mosche” – Belzebù.
A uesto punto, non vi resta che leggere le Cronache infernali di Alexia Bianchini, per vedere come l’autrice ha caratterizzato tali personaggi e il ruolo che a loro assegnato nelle avventure di Matyamavra. Non resterete delusi, ve lo assicuro.
Vi ricordo che al termine di questo blog tour ci sono in palio 1 cartaceo e 3 ebook, quindi, partecipate e commentate.
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