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Blog wars: l'attacco dei sixties (parte i)

Creato il 04 maggio 2011 da Cannibal Kid
BLOG WARS: L'ATTACCO DEI SIXTIES (PARTE I)Mr. James Ford e Cannibal Kid (io) insieme per un post, anzi per un intero ciclo di post?No, dico, siamo impazziti? Se il Batman e il Joker (e non ho detto Batman e Robin, quindi risparmiatevi pure le battute a sfondo omosessuale) del mondo dei blog uniscono le loro forze, significa una sola cosa: il mondo sta per finire!O forse no.Perché i due famosi, ma più che altro famigerati, blogger vi presenteranno sì i loro dischi preferiti (quindi non per forza i più importanti o i migliori in assoluto) di ogni decade dagli anni Sessanta in avanti, ma ognuno ha fatto le sue scelte personali e saranno, come vedrete, anche parecchio contrastanti. Quindi non è tanto una serie di post a quattro mani, ma più che altro una serie di post a quattro pugni, in cui i nostri due (anti)eroi si sfideranno a colpi di amichevoli (ma nemmeno tanto) parole & bottigliate. Un ring musicale ideato da Mr. Ford (diamo a Ford quel che è di Ford, per una volta che ha una buona idea) in cui ne vedremo e ne sentiremo delle belle, soprattutto nei prossimi decenni in cui le divergenze verranno fuori ancora più forti. Ma tanto per riscaldarci cominciamo dai miei dischi truccati anni Sessanta, in attesa di scoprire domani, se proprio ci tenete, anche quelli di Mr. James Ford.Cannibal Kid
I 10 dischi 60s preferiti di Cannibal KidBLOG WARS: L'ATTACCO DEI SIXTIES (PARTE I)1. The Zombies “Time of the Zombies” (Greatest Hits 1964-1968)Cannibal Kid Non sono troppo legato ai favolosi anni Sessanta. Sono il decennio tanto celebrato dai miei genitori e, in quanto figlio più o meno ribelle, non li ho mai “sentiti” davvero miei. Anche perché nonostante ci fosse in giro musica black fighissima (Supremes, Marvin Gaye, Isaac Hayes…) non c’era ancora l’hip-hop, così come per ovvi motivi non era ancora arrivata la musica elettronica, generi fondamentali nella mia formazione (s)culturale. Nel corso del tempo sono poi comunque arrivate alcune cose (come la serie tv Mad Men) che mi hanno avvicinato alla decade, e per quanto riguarda la musica sento particolarmente miei questi Zombies. Un po’ perché non sono molto famosi e sputtanati, soprattutto in Italia, un po’ perché hanno scritto della canzoni davvero fenomenali, da “She’s not there” a “Time of the Season”. E poi un Cannibale non può non amare un gruppo di Zombie…Mr. James Ford Devo ammettere di essere stato anche io in dubbio quasi fino all'ultimo se inserire gli Zombies nella mia lista, principalmente perché, nonostante fossero un grande gruppo autore di pezzi notevoli, ho sempre pensato che una preferenza di questo tipo, più che di culto personale, sarebbe stata la tipica sbrodolata da rivista di settore che consiglia i suoi dischi del secolo, ma non quelli troppo "commerciali". Una roba da radical chic, insomma.C'è di buono, perlomeno, che concordi sul fatto che la musica black del periodo - e del decennio successivo - era qualcosa di incredibilmente fantasmagorico.CK Non inserire gruppi che ti piacciono ma ti farebbero apparire troppo radical chic non è forse un contorto ragionamento per sembrare ancora più radical chic?

BLOG WARS: L'ATTACCO DEI SIXTIES (PARTE I)

2. The Doors “Strange Days” (1967)CK Memorabile il loro disco d’esordio, quello con i brani più famosi da “Light my fire” fino a “The End” e inserito in lista da Ford, come vedremo domani. Io però preferisco questo secondo album, in pratica un inno alla stranezza da “Strange Days” a “People are strange”. Incredibilmente attuale poi il suono che possiede ancora gran parte di questo lavoro (a differenza del più datato e strettamente 60s debutto).JF Stesso discorso di cui sopra. Perché ammettere la grandezza di pezzi come "Light my fire" o "The end" quando possiamo darci un tono affermando di preferire "Peolple are strange"? Una scelta tipica di chi racconta sempre un'esperienza migliore di quella che tu, povero stronzo che gli sei di fronte, potrai mai fare, mascherandola ovviamente come un vissuto tormentato e traumatico.Praticamente, un invito alla bottigliata.
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3. Jane Birkin/Serge Gainsbourg “Jane Birkin/Serge Gainsbourg” (1969)CK Forse il disco più sexy e sensuale nell’intera Storia. Registrandolo, Jane e Serge hanno (letteralmente) concepito Charlotte Gainsbourg e già solo per questo meriterebbe di essere venerato. Se non fosse che inoltre è pure un disco pop in grado di suonare alla grande ancora oggi.JF Ed ecco la vera chicca della lista cannibalesca: un disco che è sexy quanto un ghiacciolo infilato su per il culo, e scusate il francesismo, dato che siamo in tema.Se proprio devo entrare in argomento, molto meglio il burro di Marlon Brando, o il futuro "Sexual healing" di Marvin Gaye.Inoltre non ho davvero mai sopportato miss radicalchicchismo Charlotte Gainsbourg.

BLOG WARS: L'ATTACCO DEI SIXTIES (PARTE I)4. The Velvet Underground & Nico “The Velvet Underground & Nico” (1967)CK Un disco che è un’opera d’arte completa, dalla copertina Banana Joe di Andy Warhol, alle note dolci di “Sunday morning” e “Femme Fatale”, fino alle allucinazioni di “Venus in furs”. Ai tempi dell’uscita non si può certo dire abbia fatto sfracelli di vendite, eppure chi li ha ascoltati ne è rimasto profondamente influenzato e il culto dell’album della banana è cresciuto nel corso degli anni. Sono queste le band che preferisco, quelle troppo avanti per i loro tempi… Ti va bene che è del 1967, perché se un lavoro così uscisse oggi, tu Ford diresti che è troppo radical chic e probabilmente ci metteresti 40 anni per apprezzarlo veramente buahahah!JF Quando l'innovazione è pura e semplice arte.Non esiste radicalchicchismo che tenga, in questo disco INCREDIBILE sotto tutti gli aspetti. Grande Lou Reed, immensa Nico.Tutti, ma proprio tutti, dovrebbero possederne una copia e farlo girare nei piovosi weekend autunnali, o nelle notti più calde e confuse d'estate.E statene certi, non vi tradirà mai e poi mai.
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5. The Ronettes “Presenting The Fabulous Ronettes Featuring Veronica” (1964)CK Ho inserito questo disco per rappresentare un po’ tutto il girl-sound di grandi gruppi vocali femminili come le Shangri-Las e le Crystals e di cantanti come Little Eva e Nancy Sinatra. I miei suoni retrò preferiti.JF Qui Cannibale vuole fare il Tarantino, e piazzare la ruffianata del girl sound giusto con la scusa di rimorchiare qualche innocente rapita erroneamente dalla sua aura di intellettuale ribelle. Non vedo l'ora di arrivare al punto in cui inserirà in una delle prossime liste le 5.6.7.8's.CK Tutto vero quel che dici, ma che c'è di male? Ogni scusa è buona per rimorchiare...JF Sei giustificato sul rimorchiaggio, questa posso concedertela. E senza bottigliate.

BLOG WARS: L'ATTACCO DEI SIXTIES (PARTE I)6. The Stooges “The Stooges” (1969)CK Il rock dev’essere qualcosa di violento, estremo, perfido, ed è così che suonava allora quanto oggi quest’esordio dell’Iguana Iggy Pop insieme ai suoi compari. L’alternative rock e il punk hanno preso le mosse da qui, cominciando a puntare una pistola in testa a gran parte del noioso classic rock che avrebbe infestato gli anni seguenti. Com’è che piacciono anche a te, Ford?JF Ancor più - se possibile - pane e salame, distruttivi ed esplosivi degli Stones, gli Stooges non soltanto hanno segnato l'esordio del grande Iggy Pop, ma hanno regalato dischi di potenza inaudita a tutti i gli appassionati del rock, tanto temuta "musica del diavolo".Se Satana avesse dalla sua l'iguana e i suoi, di certo potrebbe contare anche me tra le sue fila, cantando a squarciagola I wanna be your dog.
7. The Rolling Stones “Aftermath” (1966) (l’edizione USA con “Paint it black”)Dei Rolling Stones ne parliamo domani nella lista di Ford.
8. The Beatles “Abbey Road” (1969)Stessa cosa per i Beatles, a domani...
BLOG WARS: L'ATTACCO DEI SIXTIES (PARTE I)9. Beach Boys “Pet Sounds” (1966)CK Un campionario di numeri pop enormi. God only knows cosa sarebbe successo alla musica senza questo disco.JF Su questo disco niente ironia o bottigliate. Sarebbe una bestemmia vera contro la Musica. Non l'ho inserito soltanto perchè, a livello emozionale, non è mai davvero entrato nelle mie corde. Resta comunque un'opera geniale e fondamentale.
10. Louis Armstrong “What a wonderful world” (1967) (singolo)CK Tutta la magia del mondo catturata in una canzone sola.JF Ed ecco il colpo di genio del Cannibale: mi torna in mente la scena di Alta fedeltà in cui Jack Black, scatenatissimo, chiede ad un padre alla ricerca di "I just called to say I love you" per la figlia se la stessa non sia in coma.Più o meno quello che vorrei chiedere io al mio antagonista ora.Chi vuoi inserire, la prossima volta, Bocelli!?Molto meglio la versione Ramones.CK Mi hai fatto venire una gran voglia di scappare in cameretta a piangere e a scrivere sul diario: “Mr. Ford è solo un bruto insensibile!”
A domani con i (discutibili) 10 migliori dischi 60s di Mr. James Ford...

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