
Oggi era prevista la recensione di un libro, tra l’altro bruttissimo (una delle mie rare recensioni negative), tuttavia ci sono alcune cose che hanno ribaltato il mio umore come un guanto. Per questo oggi Plutonia Experiment dichiara il bloglutto nazionale e non pubblica altro se non queste poche righe.
Il detonatore del mio malumore esplode da questo articolo di Angelo Sommobuta Cavallaro. O meglio, dalle risposte che ha ricevuto in merito. Da alcune di esse. Sono sicuro che riuscirete a distinguerle da soli.
Per farla breve, il post si articola su una domanda: E tu? Pagheresti? (un euro al mese, nello specifico, per sostenere il blog di Angelo). La maggioranza delle risposte è stata NO. Con una serie di motivazioni che vanno dall’opinabile, ma comunque sensato, alle stronzate vere e proprie.
Non c’è molto altro da dire, solo poche righe, se vi va, sennò lasciate perdere e ci si rilegge domani.
Bloggare in Italia non viene considerato un lavoro, né presente né futuro.
Bloggare è una perdita di tempo “quindi che cazzo vuoi?”.
Bloggare, come sosteneva due giorni fa Strategie Evolutive vuol dire appartenere a una maxicategoria di geek fancazzisti. Un po’ come dire “gli albanesi”, “gli idraulici”, “gli abitanti di Salsomaggiore”, “i calciatori”. Senza distinzioni, senza identità.
Bloggare vuol dire, al contempo e paradossalmente, non appartenere a nessun albo, casta o loggia massonica; quindi significa non contare un cazzo. Vedasi a tal proposito questo specifico commento.
Bloggare non merita denaro, nemmeno un euro al mese, perché “il blogger in fondo ci mette solo il suo tempo“. Poi ditemi cos’altro di prezioso abbiamo se non il tempo, ma vabbé.
Non aggiungo riflessioni, repliche argomentazioni. Non risponderò alle solite considerazioni luddiste e bannerò i commenti offensivi senza preavviso.
Solo una domanda: non ho ancora trovato qualcuno che mi spieghi perché un cantante, un calciatore, un attore, un DJ meritano (giustamente) una retribuzione e un blogger – ossia una specie di scrittore e NON di giornalista – non merita un cazzo.
Le sopracitate categorie non ci mettono anche loro “solo il tempo”?
Non c’è una meritocrazia che nasce dall’esperienza, che distingue i blogger come esattamente ogni altra categoria lavorativa. No, tutti i blogger sono dei perditempo di merda che parlano di stronzate e i cui post evidentemente vengono scritti sbragati tra un video porno e un altro.
Ma no, certo, alla fine ha sempre ragione la maggioranza: le opinioni devono essere libere, ‘cazzo vuoi, iscriviti all’albo, vai a lavorare barbone, vai a fare il ciabattino, le fabbriche sono vuote, pensa alla famiglia, ci sono problemi più importanti, la disoccupazione, la Crisi, il diritto di voto dei macachi, Lady Gaga, il derby, cazzodibudda e cha-cha-cha.
In Italia.
Da domani riprenderà la normale programmazione, con post scritti nei giorni precedenti.
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