É la crisi economica la causa di questo giro di vite delle autoritá vietnamite contro i dissidenti? Secondo gli analisti internazionali non vi sarebbero dubbi. Prima di rimandare alla seconda parte del brano, indichiamo con piacere il link del blog Hai Dieu Cay, visibile adesso solo in copia cache, ove comunicavano i reporter condannati. E segnaliamo che secondo Reporters sans frontières il Vietnam é 172º nel ranking della libertá di stampa, e detiene dietro le sbarre ben 5 giornalisti e diciannove blogger.
Un’eloquente immagine dal blog Hai Dieu cay
«Condanne che confermano l’inflessibilità verso il dissenso da parte del Partito, alle prese con una crisi economica che sta evidenziando i limiti di un modello di sviluppo basato su graduali aperture capitalistiche e uno spietato mantenimento dello status quo in politica. Nguyen Van Hai (pseudonimo Dieu Cay), Ta Pong Tan e Phan Thanh Hai sono stati condannati rispettivamente a 12, 10 e 4 anni di carcere, alla fine dei quali dovranno scontare altri tre anni (cinque nel caso di Dieu Cay) agli arresti domiciliari. Il verdetto, emesso in poche ore da un tribunale di Ho Chi Minh City, è stato raggiunto applicando l’articolo 88 del codice penale, frequentemente utilizzato per reprimere ogni dissenso.
Per il giudice, gli accusati “hanno abusato della loro popolarità su internet per postare articoli che criticano il partito, distruggendo la fiducia dei cittadini nello Stato”».
(Francesco Giappichini)