Sono a tutti note le pressioni di paesi come la Cina, gli Usa, Cuba o la Russia.
Per Google si tratta di una mossa volta a minimizzare l'impatto di eventuali richieste di oscuramento o di rimozione dei contenuti da parte delle autorità locali.
Già da qualche settimana una strategia simile è stata messa in atto da Twitter; gli stati paura anche di un "cinguettio" si dirà, paura di un post o magari di un commento.
E' la strategia di sempre ; una volta si chiudevono i giornali, si censuravano gli scrittori e si spiavano gli intellettuali, oggi che tutti questi processi si sono spostati sul web vogliono indurre i colossi di internet a piegarsi ai loro sporchi metodi polizieschi.
Bisogna mobilitarsi, non solo per noi, ma per tutti quei dissidenti che utilizzano un semplice blog per contrastare tirannie e dittature, per scrivere quello che nei media ufficiali non si può, non si vuole o non si deve scrivere.