Sono un po' silente in questi giorni a causa di alcuni problemi di connessione, ma quando ho visto questo tema del blog tank di DonnaModerna ho deciso subito che volevo dire la mia e che piuttosto mi sarei attrezzata con gli altri mezzi che avevo a disposizione per riuscire a scrivere qualcosa sull'argomento!
Io ho sempre avuto uno strano rapporto con la televisione cioè l'ho sempre considerata una compagnia, uno strumento da utilizzare oltre che per seguire certi programmi (perché ovviamente anch'io ho delle passioni e dei programmi ai quali non voglio rinunciare) come voce di sottofondo nelle serate in cui ero (ormai sono solo un ricordo...) a casa da sola, senza Fidanzato, e non volevo sentire i rumori della "casa" per una sorta di paura, di non so che cosa ovviamente.
Quando sono diventata mamma e soprattutto Pupa è entrata nell'età da tivù ho sperato che questo mio atteggiamento verso il mezzo di comunicazione venisse "naturale" anche a lei e che quindi non ne abusasse.
I responsabili della sua "iniziazione" alla tivù sono stati i nonni (e con questo non sto dando una colpa a nessuno) che nelle fredde o piovose giornate invernali si sono dovuti inventare un modo per tenere a bada la piccola peste e la tivù ovviamente è stato uno dei modi per arrivare più serenamente a fine giornata.
Dato il mio rapporto con il mezzo tivù io cerco di usarla con lei il meno possibile e di questo Pupa è consapevole perché mi chiede poco di vedere un cartone animato in "momenti non deputati alla tivù" che per la cronaca sono i momenti in cui io devo preparare la cena o il pranzo (qualora lei sia a casa all'asilo perché malata o per scioperi vari) mentre con il padre, che rispetto a me considera la tivù una sorta di "prolungamento di sé" perché fosse per lui sarebbe sempre accesa, si permette molte richieste in più (che ahimè vengono anche accolte diventando motivo di discussione tra di noi).
Perché mi comporto così?
Perché ho sempre odiato quelle mamme che invece considerano la televisione come un loro surrogato e piazzano i propri figli su un divano per non doversene occupare.
Certo lavorando tutto il giorno la tivù è vista da molte mamme un po' come la manna dal cielo che permette loro di tornare a casa e di godere di un po' di riposo dopo un'impegnativa giornata di lavoro, ma la realtà, secondo me, è che quando si decide di mettere al mondo un figlio bisogna anche dedicargli del tempo per aiutarlo nella crescita e nell'educazione cosa che la televisione da sola non è certo in grado di fare.
Io cerco di fare questo e quindi quando Pupa torna a casa dall'asilo giochiamo prima della nanna (e se devo essere sincera non è che io ne abbia sempre voglia, o per lo meno non è che abbia sempre voglia di fare i giochi che mi propone lei, ma lo faccio lo stesso proprio perché credo che per lei sia più importante passare del tempo con me che davanti ad un televisore che raggiunto un certo tempo massimo la "lobotomizza" (termine non reale ma che secondo il mio punto di vista rende bene l'idea!).
Quindi, secondo me,non si può e non si deve definire la tivù una tata perché un po' di cartoni animati nella vita di un bambino sono importanti ma è anche importante per lui avere a fianco un adulto che lo aiuti nel suo processo di crescita.