Buongiorno lettori! Benvenuti alla tappa n° 9! Continua il nostro viaggio alla scoperta di “I caduti di pietra”, il libro di Giuseppe Russo che sarà presentato a Roma il 10 ottobre 2015 presso il caffè letterario Mangiaparole .
Per festeggiare questo viaggio fatto di parole e incontri, l’autore, come già fatto con numerose biblioteche e associazioni italiane, mette a disposizione gratuitamente alcune copie del libro per diffondere la cultura storica e la lettura in genere. Per questo blogtour l'autore intende donare:
- 2 copie cartacee del libro;
- 2 copie cartacee del libro ad Associazioni culturali con biblioteca o gruppo di lettura;
- 2 segnalibri personalizzati.
Considerando le normative vigenti, che escludono la possibilità di operare con estrazioni a sorte, e la natura culturale e divulgativa di questo tour virtuale (non è un’operazione a premi o promozionale), i testi ed i segnalibri saranno donati direttamente dall'autore senza alcun criterio di merito, estrazione casuale, dimostrazione di abilità, risposte a quiz o assimilabili. L'autore opererà una semplice scelta tra coloro che avranno preso parte alla discussione, come accade normalmente in sede di presentazione, quando si dona qualche copia per consentire lo sviluppo dei temi culturali.
Inoltre, per gli utenti dei blog che si presenteranno a Roma al caffè letterario Mangiaparole il 10 ottobre 2015, ci sarà una sorpresa pensata appositamente dall’autore, sempre per diffondere la cultura storica e la lettura.
Per partecipare al contest culturale (dal quale l'autore attingerà i dati per la donazione):
- lasciare un commento sotto ogni tappa del blogtour oppure avviare una discussione sui temi proposti indicando la propria e-mail per riferimento (per essere eventualmente contattati);
- visitare la pagina dedicata al libro su Facebook (inserire il collegamento alla pagina https://www.facebook.com/pages/I-caduti-di-pietra/177343022459837?fref=ts) e lasciare un “mi piace” o un commento, oppure passare per il sito ufficiale (inserire il collegamento al sito www.icadutidipietra.it/) utilizzando il form di contatto per lasciare un commento o avviare una discussione sui temi proposti dal blogtour;
- è gradita la condivisione dell'evento sui social network.
Per la sorpresa in sede di presentazione:
stampare il minibanner del blogtour;
portarlo con sé alla presentazione.Per le Associazioni: per l'invio della copia del libro sarà necessario dare all'autore tutti i dati per consentire la spedizione con regolare atto di donazione.
Si fa presente che tutte le azioni indicate sono facoltative, ma ovviamente consigliate per gli utenti che aspirano ad avere la possibilità di ricevere una copia donata dall'autore. Qualora non vi siano commenti o like rilasciati dagli utenti, l'autore si riserva il diritto di donare le copie del libro ai rispettivi amministratori dei blog che hanno ospitato le tappe del tour.
In qualsiasi caso, se chi partecipa ha un blog, è caldamente invitato a "rubare" il banner dell'evento e metterlo sul proprio sito.
QUI trovate tutte le tappe del BlogTour!
In questa tappa Giuseppe ci parlerà di come è nato il suo libro e di come ha reperito i documenti storici!
Ci introduci brevemente il tuo libro ?
Prima di tutto mi preme salutare i gentili e attenti lettori, e poi ringraziare te per la gentilezza e l'ospitalità. I caduti di pietra è un saggio storico "diverso", un racconto leggero che permette ai lettori di comprendere il terribile periodo storico della Seconda guerra mondiale da una prospettiva completamente diversa. Stanco di leggere libri su fascismo, nazismo e liberazione angloamericana, e ovviamente sull'assestamento del globo dopo quel terribile periodo, ho deciso di scrivere una storia vicina alla gente comune che vive di piazze, chiese, regge, madonne, stadi e caffè storici, e forse ha poca voglia di continuare a leggere di eventi globali troppo distanti nel tempo e negli "affetti". Nasce in questo modo I CADUTI DI PIETRA, un libro che osserva le tragedie, i miracoli e gli eroismi dal lato del nostro patrimonio culturale e delle nostre tradizioni deturpate, distrutte o violentate da bombe, eserciti e sciacalli. Un testo leggero anche come quantità di informazioni, volutamente condensate in 220 pagine, che riporta finalmente il libro di storia alla dimensione della lettura pacifica, rilassante e di intrattenimento culturale, quindi con contenuti che consentono al lettore di arricchirsi mentre si rilassa leggendo.
Nel tuo libro hai deciso di parlare di un periodo storico molto particolare, in cui persero la vita moltissime persone e vennero distrutti molti monumenti… Ti andrebbe di dirci come hai svolto la tua ricerca storica?
Tutto è iniziato da un tirocinio universitario durante il quale, grazie alle mie competenze grafiche ed informatiche, ho "sistemato" numerose fotografie storiche ed ho iniziato a prendere coscienza di determinate questioni. Dopo il tirocinio ho messo insieme foto, documenti, video, giornali d'epoca e testi di altri ricercatori, e si è sviluppato il percorso che ha portato alla stesura del libro. Diciamo che grazie al metodo scientifico, acquisito durante gli studi, ho ribaltato diverse mie precedenti convinzioni, ho abbattuto i muri del pregiudizio e delle false informazioni, e ho deciso di verificare i fatti attraverso prove reali. Da questa analisi è nata l'idea di considerare i nostri patrimoni culturali allo stregua di civili e militari caduti, ovviamente dopo aver subito una forte ispirazione guardando le foto di alcune statue soffocate da sacchetti di sabbia, come trincee al fronte, e aver carpito il senso di pena e di paura di questi esseri "diversi" che speravano solo di sopravvivere.
Dove hai trovato le foto dell’epoca?
Le foto d'epoca si trovano praticamente ovunque. In Italia vi sono diversi archivi legati alle istituzioni, come quelli dell'ISTITUTO LUCE, ma vi sono anche quelli privati come l'ARCHIVIO TRONCONE, ma di certo l'archivio più importante è sicuramente quello americano. Ricordo a tutti che durante le guerre, purtroppo e per fortuna, esistono sempre reparti che documentano ciò che accade sul campo, e non parlo solo delle riprese aeree per verificare se sono stati efficacemente bombardati gli obiettivi selezionati, ma anche di reparti di terra che scattano foto e girano video. Così è stato durante la Seconda guerra mondiale o, in tempi più recenti, in Vietnam. E' ovvio che il solo guardare la foto è poco significativo, e bisogna sicuramente andare oltre e dare il giusto peso alle questioni politico-belliche che vi sono "dietro" il materiale. Non a caso i media sono facilmente manipolabili, e ciò che vedo io come utente potrebbe essere l'esatto contrario di ciò che realmente è. Quindi bisogna sicuramente associare l'immagine a ciò che accade, e soprattutto a chi la scatta. Difficile? Si, difficilissimo e pericolosissimo. Si rischia di raccontare tutta un'altra storia, e di fare malissimo il proprio lavoro.
Ed ora parliamo di documenti… Hai effettuato studi su documenti originali?
Su alcuni documenti si, ad esempio quelli delle comunicazioni tra istituzioni in Italia, oppure i giornali dell'epoca. A Roma, nella Biblioteca Nazionale, sono custoditi tutti i giornali del '900 e vi posso assicurare che rappresentano una miniera d'oro. Ovviamente il ragionamento di prima, quello sulla corretta interpretazione delle foto, vale anche e soprattutto per la stampa, ma mettendo insieme i vari elementi del puzzle, si riesce a comporre una verità storica piuttosto aderente alla realtà dei fatti. Poi non dimentichiamo i documenti americani, inglesi, etc. Ma questa è una storia più difficile da spiegare!
Hai anche raccolto testimonianze orali?
Per questo libro non era necessario usarle, ma ho già diverse interviste rilasciate da cittadini comuni che hanno vissuto direttamente gli eventi. Userò le loro preziosissime parole nei prossima 4 libri, quelli che andranno ad esaminare le singole aree, e quindi le tragedie, i miracoli, e gli eroismi vissuti sui singoli territori protagonisti della guerra. Non dimentichiamo e non abbandoniamoci ad uno sterile futuro senza basi, e soprattutto ricordiamo che oggi viviamo in un continente che potrebbe ricadere facilmente vittima di un'altra tragedia. Come evitarlo? Raccontando gli errori del passato, e quindi evitandoli mantenendo la nostra umanità ritrovata dopo la terribile esperienza della guerra. Quella esperienza è quindi la base, il riferimento, l'esempio che va tramandato e ricordato per evitare gli stessi errori. Oggi c'è chi non ricorda nulla del '900, addirittura pensando che si possano fare giri turistici nel 1942 "tanto io sono donna e non avrei combattuto", ma dimenticando che tra basso Lazio e alta Campania furono trucidate e violentate numerose donne dall'esercito di liberazione. E' sufficiente leggere qualche libro sulle "marocchinate" per capire che i civili erano sotto attacco ancor più dei militari, e che le bombe non ti scansano perché sei donna, e le "bestie" violente non sono solo nel regno animale, ma soprattutto tra gli eserciti durante le guerre. Forse certe affermazioni riflettono l'assoluta inconsapevolezza delle nuove generazioni in relazione alla tragicità delle guerre, e leggere qualche buon libro potrebbe far rivedere certi pericolosi concetti.