Non fatevi sviare dall’uscita estiva, alla chetichella e poco curata da una vera campagna pubblicitaria, non lasciatevi ingannare dai poster, con quell’annotazione buttata lì, puro specchietto per le allodole, che fa riecheggiare nella memoria il titolo di Mystic River, Blood è un solidissimo e splendido dramma, costruito sulla certezza del sangue e scolpito sui volti dei suoi protagonisti. Come spesso accade, anche nella vita, nella nostra vita, quella di tutti i giorni, è la famiglia ad essere il fulcro di ogni cosa. La famiglia, quella vera, quella che ragiona seguendo la regola del sangue e del cuore e si fa beffe della ragione e della logica, la famiglia come massima colpa, eredità, punizione e speranza, la famiglia che rende liberi e che allo stesso tempo ci incatena a se. Colmo di una bella eleganza formale che non guasta mai, costruito con pudicizia attorno alle vite dei suoi protagonisti, di cui riusciamo ad intravedere intensi squarci di realtà, accompagnati da picchi di empatica pietà, Blood è un film che decanta lento come il buon vino, facendosi strada nella memoria con la bellezza delle sue immagini e la cristallina semplicità delle sue ellissi. Film che non gioca sul sensazionalismo e che sceglie di accantonare la facile matrice del thriller, in favore di un’etica del raccontare e di una voglia tutta britannica di mostrare altro, lasciando da parte le scorciatoie, per concentrarsi su ciò che lentamente, invisibilmente, completamente, logora ognuno di noi… la colpa. Ecco dunque che Blood si sposta e muta, non raccontando solo la famiglia, come terrificante alveo di colpe e promesse, ma decidendo di approfondire la colpa, la coscienza e le implicazioni che ci rendono uomini. Padri, fratelli, figli, nessuno è veramente immune dal letale abbraccio della famiglia, monarchia assoluta ammantata di un barlume di ipocrita democrazia, piccolo regno di egoismo e protagonismo, dalle cui leggi è quasi impossibile fuggire una volta per sempre. E’ il sangue a tenerci uniti, anzi incollati, invischiati e schiavi, mentre la colpa ci divora e consuma i nostri sensi, annullandoci come esseri individuali e riconducendo ogni nostra scelta ad un giudizio più grande, più alto, più complesso… perché un uomo non è solamente un uomo, ma è la sua intera famiglia, pronto a reggerne il peso e la responsabilità, mentre la colpa, il rimorso ed il sangue si depositano sulla sua tomba e sulla sua ormai dannata anima mortale.
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