1996: Blood and Wine di Bob Rafelson
Un noir melodrammatico dalla trama non originale che costituisce però solo un pretesto per un discorso più serio.
Bob Rafelson/Jack Nicholson accoppiata vincente. Ritornano a lavorare insieme dopo gli ottimi Cinque pezzi facili, Il re dei giardini di Marvin, Il postino suona sempre due volte: il risultato è dei migliori. Una spietata analisi della società attuale, una decisa denuncia della contemporanea struttura familiare in cui regnano sovrani incomprensione, diffidenza, egocentrismo, brutalità… (“un universo letteralmente abitato dal cinismo e dall’avidità; un teatro di quella guerra di tutti contro tutti che per il regista par di capire è l’America oggi”, Repubblica).
Un film aspro e duro che non concede un attimo di tregua, un ritratto quanto mai verosimile e coinvolgente di personaggi ambigui contraddittori e decisamente amorali, meravigliosamente interpretati da un prestigioso cast che fa scintille. Jack Nicholson, Michael Caine, Judy Davis, sempre eccezionali in ogni film, qui danno il meglio di sé con una performance che non è facile dimenticare: una vera e propria gara di bravura a cui si affianca un Stephen Dorff alle prime armi che non sfigura accanto a quei giganti della recitazione (il film annovera anche Jennifer Lopez, giovanissima, alla sua prima prova impegnativa).
p.s.
Un plauso particolare a fotografia e scenografia: “La luce solare e marina, gli edifici agghindati di Miami costituiscono il paesaggio perfetto della Normalità del Male” (La Stampa).
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