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Blood Noir: Recensione

Creato il 02 marzo 2013 da Blackarcana @BlackArcana

Blood Noir: Recensione Ok, Anita la sterminatrice di vampiri più feroce del Nord/Sud/Ovest/Est, nonché risvegliante di zombie e ninfomane non proprio conclamata, ha paura degli aerei…Non dei cattivoni tutti denti, artigli e magia nera o degli stalker psicotici che appena incontrata se la vogliono spupazzare (e non sempre in senso positivo), no la nostra Anita teme i viaggi in aereo (altro sintomo di una galoppante mania di controllo? Si, baby, si!) tanto che si ritrova a stritolare la manina del povero Jason suo compagno di avventure in questo libro dove di avventure se ne vedono ben poche. Improntato principalmente sul concetto “gli uomini sono tutti machi senza cervello che sottovalutano la povera piccola Anita ”, Blood Noir (e qui ci sarebbe da chiedersi il perchè del titolo che francamente non ho capito…Se avete lumi fatemelo pure sapere) è un po’ un toccasana per le povere menti stanche di noi fan della Hamilton ormai annaspanti tra orge e angst soprannaturale. Si, d’accordo che anche in questo libro mammina cara si fa risentire e costringe la “povera” Anita a violentare qualche innocente tigre mannara (aggiungendo il poco incisivo Crispin alla collezione di spogliarellisti della cara sterminatrice), ma in confronto ai precedenti qui siamo praticamente in convento. E visto che nei libri della Hamilton accade sempre qualcosa che spinge i maschi più virili a trasformarsi in casalinghe disperate (vedi Micah e Nathaniel dalle fluenti chiome, anche se quest’ultimo pare essersi finalmente dato alla dominazione), pure Jason che a quanto pare ha avuto una fanciullezza piuttosto movimentata in una cittadina dove tutti si somigliano parecchio (pure Jason ha 2 cloni, figli di un senatore in profumo di presidenza, uno dei quali gli creerà parecchi problemi) e il sospetto di incesto pare lo sport più praticato, batte chiodo ben poco e si ritrova invece a parlare tanto, piangere parecchio e rivalutare, grazie al potere traumaturgico dell’ ardeur, il suo stile di vita. In più, per quanto io continui a pregare per la sua dipartita, Richard si fa vedere anche in questo libro, mentre il povero J.C. è ormai relegato al ruolo di mero addetto al call center. Ormai Anita sembra sempre più incastrata tra uomini che la vogliono presentare alla famiglia (pure J.C. se potesse lo farebbe e Micah ci sta facendo un pensierino), conversazioni a cuore aperto (perlopiù telefoniche) a cui sembra allergica e possessività testosteronica di dubbia utilità. Se fossi in lei inventerei una App per trovare gli uomini destinati a diventare carne da ardeur e mi dirigerei nella direzione opposta. Il troppo stroppia anche se si tratta di strafighi mezzi nudi…Ok, pensandoci meglio…;-)


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