Magazine Maternità
Trama: Owen è un bambino che vive in un paesino del New Mexico dove nessuno vorrebbe vivere. I suoi genitori stanno divorziando in modo traumatico, la madre è una alcolizzata con manie religiose. Lui è solo, timido e tiranneggiato di bulletti della scuola. Una sera conosce Abby, una bambina altrettanto solitaria, trasferitasi lì da poco con quello che sembra esserne il padre. Diventeranno grandi amici, ma Abby è una bambina un pò strana; non mangia le caramelle, non sente il freddo, non va a scuola ed esce solo la sera.Intanto misteriosi omicidi turbano la quiete del solitario paese....
Remake del film svedese "Lasciami entrare", che non ho visto, "Blood story" è un film che, lo ammetto, mi ha spiazzata, all'inizio, forse perchè appunto non avevo visto l'originale, nè letto il libro, ero piuttosto perplessa; ma piano piano ho lasciato entrare il film nella mia testa ed alla fine ne sono rimasta conquistata.
Perchè "Blood story", nonostante le dichiarazioni di Stephen King, non è un horror.
O per lo meno non lo è nel senso più letterale del termine.
Messe da parte alcune scene abbastanza impressionanti "Blood Story" si rivela infatti permeato di una tenerezza infinita.
Storia di due solitudini che si incontrano, dove gli adulti non esistono se non ai margini, eccezione fatta per quello che crediamo essere il padre di Abby, quasi un "Romeo e Giulietta" in cui a cercare di dividere i due innamorati non sono le famiglie ma l'eternità, Abby non invecchierà mai, il tenero Owen si e per un attimo vacillerà quando scoprirà il suo ineluttabile destino nel personaggio di Jenkins, è un film fatto soprattutto di atmosfere e attori.
Il buio, non c'è mai la luce vera e brillante in "Blood Story" se non nel finale, la neve che cade silenziosa e perenne, il ritmo lento a volte lentissimo sono la cornice ideale dei lunghi momenti di conversazione tra Abby e Owen, interpretati in maniera magistrale.
Chloe Moretz è incantevole ed incarna alla perfezione i tormenti di un'anima imprigionata per duecento anni in un corpo da dodicenne, Kodi Smit McPhee è bravissimo nell'interpretare la tenerezza e lo smarrimento di Owen, entrambi lontani anni luce dall'autocompiacimento e la "piacioneria" di certe teen star ma con un talento ed un mestiere da veri attori.
Film da vedere, assolutamente e sorprendentemente.
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