Bene, questo spiega perché in “Blue Jasmine” emergano Cate Blanchett e Sally Hawkins.
Il tema del film deriva da una domanda semplicissima, che ci siamo posti tutti almeno una volta nella vita: ma possibile che nemmeno i ricchi siano felici?
Tutti mirano al benessere economico, eppure non basta.
Ville, jet privati, pomeriggi trascorsi tra feste, club e shopping di lusso. Viziata dal marito, eppure infelice. Perché le attenzioni di suo marito non erano in esclusiva per lei. Jasmine ha finto a lungo di non vedere le relazioni extraconiugali del marito, ma, alla fine, un tradimento di troppo, la spinge a compiere una mossa azzardata… e addio al suo mondo dorato!
Sola e incapace di badare a se stessa, a Jasmine non resta che chiedere rifugio a sua sorella Ginger.
Le due, in realtà, non sono sorelle di sangue, ma sono state entrambe adottate dalla stessa famiglia. Sono diversissime e resteranno tali.
Dalle prime visioni nelle sale americane non si fa che parlare di un possibile Oscar per Cate Blanchett.
Sì, niente male la sua interpretazione! Cate ha dovuto interpretare una bella gamma di emozioni, ed è riuscita persino a rendere Jasmine più simpatica del previsto. Le darei l'Oscar soprattutto per fare un complimento indiretto all'autore, il bravo Woody Allen.
In attesa dell'Oscar, Cate ha già conquistato il Golden Globe.
Sento di dover fare i complimenti anche a Sally Hawkins, concreta e adorabile, come in "We want sex". Personalmente, l'evoluzione del suo personaggio, Ginger, mi ha colpita molto più di Jasmine.