Magazine Cinema
Visto al cinema.
Una ricca borghese di New York, moglie di un intrallazzatore d'affare di dubbia legalità che spesso usava il suo nome, crolla, dopo l'arresto del marito. Il figliastro fugge e lei deve recuperare un lavoro e delle relazioni facendosi, intanto, ospitare dalla sorella a San Francisco. La sorellastra ad essere più esatti, una sorellastra di ceto medio/basso e di cui condividono ben poco.
Un film carino... Una storia dal passo classico; il sapore è quello di una tragedia greca, la si vede nel caso come elemento conducente la storia, lo si vede nella follia risolutiva della storia, lo si vede nel dover scontare le pene spesso dovute ad altro. Affascinante inoltre la costante impossibilità di mutare; nessun personaggio evolve e nessun evento (alla fine) subisce una modificazione strutturale. Le vere differenze si vedono solo nel rapporto continuo fra il presente e i flashback. Interessante inoltre il fatto che (nelle scene finali) si capisce chiaramente che le vittime sono le inconsapevoli carnefici e viceversa.
Altro motivo per cui vedere il film (anzi, Il vero motivo per vederlo almeno una volta nella vita) è la perfetta interpretazione della Blanchett; la sua miglior prova e una delle migliori in generale. La Blanchett è un'affascinante borghese piena di stile quando deve esserle; ma è anche una psicotica sfatta e con le occhiaie quando le viene richiesto... Non recita mai, lei è il personaggio che interpreta; credo che sia rimasta sveglia di notte e si sia ubriacata realmente per le scene di follia. Impeccabile.
Purtroppo il film di per se è solo carino... Non c'è ritmo che sostenga il tutto oltre la metà; le scene si dipanano ripetitive, alcune volte completamente inutili, in altri casi semplicemente troppo lunghe. la storia, molto alla Allen, affoga i vari punti di itneresse.
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