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Blue Valentine: tre anni di ritardo e poche copie nei cinema italiani

Creato il 15 febbraio 2013 da Sweetamber

Blue_ValentineParlandovi di questo film vorrei risparmiarvi le cazzate lette in diversi blog; la frase che gira di più è ormai inflazionata “è un film sull’amore vero, blabla, sincero, blabla”. Ovvio che è sincero, infatti non se l’è cagato nessuno per ben tre anni a parte qualche fortunato oltreoceano e la sottoscritta. Questo film l’ho visto quasi sei mesi fa, convinta che in Italia fosse già uscito per poi scoprire che no, non era mai uscito.
Nei cinema italiani (dove al momento impazza un film  imbecille con Siani e l’onnipresente De Sica) è uscito ieri 14 febbraio 2013, quando la data di produzione risale al 2010. La solita logica di distribuzione italiana ragiona proponendo un film che non ha una mazza di romantico nel giorno in cui coppie di piccioncini se ne vanno al cinema per vedersi il filmetto che confermi la loro idea di amore perfetto e idilliaco in un numero limitatissimo di copie, per cui probabilmente non solo le coppiette non ci andranno, ma i cinefili manco lo troveranno.
Questa cosa mi fa girare le scatole, anche se alla fine forse è meglio così: i piccoli film indipendenti prodotti con quattro spiccioli se li devono godere in pochi, o finisce che ne parlano pure a Verissimo.
Questo film parla di una coppia di giovani e squattrinati che si sposa e anni dopo si ritrova con un pugno di mosche in mano e una figlia: per cercare di recuperare qualcosa pensano bene di andare in uno squallido motel in cui passeranno il tempo a riflettere sulla loro storia e a litigare.
In sostanza, il film parla del normale decorso di una storia d’amore inizio-svolgimento-fine, ma lo fa con tale tremenda crudezza dacché tutti gli altri film sull’argomento sembrano degli zuccherini ed il più vicino a questo tipo di narrazione finisce per sembrarti Shortbus. Non c’è nulla di romantico in questa storia, nulla di falsamente aulico e l’inverosimiglianza è lasciata agli altri: Ryan Gosling invecchiato e con meno capelli è brutto e Michelle Williams sembra davvero fisicamente bruttina dopo tanti anni di matrimonio deludente. Se si pensa che poco tempo dopo questa pellicola l’attrice ha girato My week with Marylin, dove è meravigliosa, si può evincere che ci troviamo di fronte a una di quelle che ci mettono anima e corpo nella recitazione, altro che Dawson’s Creek.
Ryan Gosling è sempre bravissimo, da Drive a The notebook a questo film potrebbe girare pure la pubblicità dello shampoo lasciandoti credere che davvero lasci i capelli soffici come una nuvola.
E’ un film interessante. Non dico bello perché non può essere che un film del genere venga definito bello: una definizione asettica e riduttiva per questo lavoro, dove la fotografia e le inquadrature sono studiate per lasciar passare oltre lo schermo una sensazione strana, di estrema desolazione e squallore. Si, squallore, perché a me una coppia che va allo sfascio così come quella di Blue Valentine trasmette uno squallore immenso.
Quando dico che la fotografia aiuta, lo dico perché prevale una tonalità fredda che non cambia per tutta la durata del film, lo dico perché questo film ce lo potremmo vedere anche in mute continuo e sarebbe ugualmente impattante. Mi ricorda vagamente Brokeback mountain e non perché in quel film c’è l’ex marito di Michelle Williams, Heath Ledger (1978-2008), ma perché il modo di parlare d’amore o di qualcosa che gli è molto vicino è simile, autentico.
Ho visto questo film completamente in lingua originale senza sottotitoli e questo mi ha aiutata a lasciarmene assorbire completamente, sopratutto perché i due attori protagonisti sono davvero bravi nel recitare e calarsi nella parte di due persone semplici, per una volta non i soliti ricconi tristi con problemi di coppia ma gente che non ha un soldo e ha problemi nel relazionarsi dopo anni di vita assieme.
La tecnica narrativa dettagliata da numerosi flashback lascia comprendere allo spettatore, senza tanti giri di parole, come il carattere e la personalità dei due siano nettamente cambiati nel giro di poco meno di una generazione.
Qualcuno ha detto che questo film farà capire a chi lo vedrà qualcosa sull’amore. Non è così: questo film propone una storia di una coppia e vuole essere una testimonianza quasi documentaria su quello che succede in una relazione, senza tante cazzate.
n.b. c’è una scena di cui nessuno vi parlerà ma che merita tanto, e si trova all’inizio del film: è un flashback, tecnica impiegata massicciamente in questa pellicola, nel quale vediamo il personaggio di Gosling al lavoro per una ditta di traslochi mentre aiuta un anziano signore a spostare i suoi oggetti nella stanza che gli hanno assegnato in una casa di riposo. L’accuratezza con cui il ragazzo dispone gli oggetti è uno dei tasselli che vanno a comporre la sua personalità prima del matrimonio.

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