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BlueGenics: forzieri sottomarini di tesori biologici

Creato il 16 gennaio 2013 da Chico91

BlueGenics: forzieri sottomarini di tesori biologici
“BlueGenics”, è questo il nome del progetto avviato dall’Unione Europea (nell’agosto 2012) con un finanziamento di ben 6 milioni di euro per combattere l’osteoporosi ma non solo, con la produzione di proteine ricombinanti da organismi marini. Il professor Werner E.G. Muller dell’Istituto di chimica fisiologica del Centro medico dell’Università di Magonza in Germania, coordinerà la ricerca con il fine di ricavare dagli organismi marini come spugne o batteri, importanti sostante utili alla biomedicina. Naturalmente identificare e utilizzare i progetti genetici di tali organismi non sarà facile vista l’enorme varietà e la quasi sconosciuta potenzialità di tale idea, ciò che è certo però, sarà un uso sostenibile delle risorse marine senza un impatto grave sull’ecosistema e sulla biodiversità. BlueGenics riunisce molti ricercatori provenienti da ben 9 Paesi, scelti per le competenze uniche ed attrezzati con tecnologie all’avanguardia, essi potranno fornire un’ottima base per il raggiungimento degli obiettivi di questo progetto. Ben 16 enti di ricerca e imprese industriali provenienti da Cina, Croazia, Francia, Germania, Islanda, Italia, Portogallo, Svezia e Regno Unito, supportano il progetto, con la certezza che aprirà la strada allo sfruttamento dei tesori genetici che ci offrono gli oceani a favore degli esseri umani. Questo Team ha già dimostrato che con tecniche di ricombinazione molecolare è possibile sintetizzare le sostanze bioattive. Tra le sostanze già messe sotto esame e dimostrate c’è la defensina, , una tossina e peptide difensivo prodotta dalle spugne, che è bioattiva se prodotta in modo ricombinante. Particolarmente interessanti per le “biotecnologie blu” in oggetto, sono le spugne e i batteri che vivono a condizioni estreme, in profondità di oltre 1.000 metri al di sotto della superficie del mare. Poiché la maggior parte degli enzimi se esposti a gradazioni elevate si decompongono, la peculiarità di questi organismi è di avere biocatalizzatori da loro stessi prodotti che rimangono attivi in queste condizioni ostili, come ad esempio vicino a camini idrotermali marini.Oltretutto tali organismi, nel corso dei secoli, hanno sviluppato un elevato grado di specificità delle varie sostanze che producono, attraendo ancor più interesse nei loro confronti per le possibili utilizzazioni terapeutiche nell’uomo: dei veri e propri forzieri di tesori sottomarini per nuove applicazioni biotecnologiche e biomediche.
“Fonte: molecularlab.it”

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