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BLUFF, BUIO E CONTROBUIO #matteorenzi #ppartitodemocratico #riforme

Creato il 22 gennaio 2014 da Albertomax @albertomassazza

renzi segretarioNon è proprio il caso di trarre conclusioni affrettate sulla strategia adottata da Renzi per portare avanti il suo piano di riforme. Il segretario del Pd sta giocando d’azzardo: l’accordo con Berlusconi è una mossa per portare al tavolo da gioco tutti gli altri, disarmandoli del potere di ricatto, consegnatogli dalle motivazioni della sentenza di anticostituzionalità del Porcellum. Dal canto suo, Berlusconi, che ora appare di nuovo raggiante al centro della scena, potrebbe ben presto accorgersi che si tratta del suo ultimo giro di walzer, in attesa che il tribunale si pronunci sull’affidamento ai servizi sociali. Certo, l’idea di legge elettorale uscita dall’incontro al Nazareno, oltre ad essere confusa, presenta elementi che potrebbero essere contraddetti dalle motivazioni espresse dalla Consulta, come le liste bloccate e l’asticella del premio di maggioranza ancora bassa, temi cari al decaduto. Ma la partita è solo all’inizio e non è da escludere che, al momento di quagliare le cose, il caimano possa ritrovarsi isolato e con i giorni di libertà contati.

Io non ho simpatia per Renzi, ma di sicuro non è uno sprovveduto: se si è sottoposto ad un’esposizione d’immagine che ha sconcertato anche molti dei suoi sostenitori, lui così abile nel trovare e gestire il consenso, significa che l’obiettivo da raggiungere travalica la necessità di riforme il più ampiamente condivise. La partita che si sta giocando, con Renzi a dare sempre la mano, riguarda il riposizionamento politico generale, con annessi elettorati di riferimento. Il segretario democratico ha adottato una strategia spregiudicata, machiavellica; una strategia in cui ha investito molto del consenso guadagnato e che, se fallisse, potrebbe ridimensionare drasticamente le sue ambizioni. Ma se riuscisse a portarla a compimento, guadagnerebbe prestigio e consenso, ritagliandosi una posizione di stabile centralità nella scena politica italiana, fino ad essere identificato dall’opinione pubblica come l’unico padre fondatore della Terza Repubblica.

Quanto scritto esula dal mio personale giudizio di merito che, di norma, sono abituato ad esprimere a bocce ferme. Ribadendo la mia scarsa simpatia per Renzi, ciò non m’impedisce di giudicare positivamente il suo approccio da segretario, anche se ultimamente ha calcato troppo la mano, con atteggiamenti scorretti nei confronti di importanti esponenti del suo partito. Ma anche questi atteggiamenti credo che vadano inseriti in un contesto più ampio della caduta di stile nella dialettica interna. Piuttosto andrebbero letti nella prospettiva di un allargamento del recinto del Pd, ma Renzi deve stare attento a non tirare troppo la corda. Sempre che nei suoi piani non rientri anche la scissione della sinistra del partito, cosa che, in una prospettiva elettorale, potrebbe favorire il suo personale consenso tra i moderati e parallelamente la creazione di una sinistra autonoma che potrebbe diventare la sua interlocutrice affidabile e privilegiata, se non principale alleata, nell’ottica del governo del paese.



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