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Bob Dylan vuole "chiarire un paio di cose"

Creato il 16 maggio 2011 da Wordsinsound
 
Raramente Bob Dylan ha risposto più o meno direttamente alle accuse che gli venivano lanciate e possiamo dire che questa tradizione va avanti più o meno dai tempi in cui lo etichettavano come "cantante di protesta". Numerose voci sono circolate nei mesi scorsi riguardo una possibile censura attuata durante il tour in Oriente del menestrello di Duluth; secondo le indiscrezioni che allora circolavano in rete l'artista era stato costretto ad omettere numerosi brani e versi delle proprie canzoni dalle scalette dei vari concerti, evitando così i possibili disordini che avrebbe potuto causare il pubblico cinese. Come sempre accade, la situazione è stata strumentalizzata e rielaborata in tutte le salse dai quotidiani dei vari Paesi del mondo ed ecco allora che il cantautore ha deciso di prendere, per così dire, "carta e penna" e dire come sono andate effettivamente le cose. Il comunicato in lingua inglese è disponibile al seguente indirizzo; qui di seguito riporto solo due dei passaggi più importanti dell'articolo.
Allow me to clarify a couple of things about this so-called China controversy which has been going on for over a year. First of all, we were never denied permission to play in China. This was all drummed up by a Chinese promoter who was trying to get me to come there after playing Japan and Korea. My guess is that the guy printed up tickets and made promises to certain groups without any agreements being made. We had no intention of playing China at that time, and when it didn't happen most likely the promoter had to save face by issuing statements that the Chinese Ministry had refused permission for me to play there to get himself off the hook. If anybody had bothered to check with the Chinese authorities, it would have been clear that the Chinese authorities were unaware of the whole thing. (...)As far as censorship goes, the Chinese government had asked for the names of the songs that I would be playing. There's no logical answer to that, so we sent them the set lists from the previous 3 months. If there were any songs, verses or lines censored, nobody ever told me about it and we played all the songs that we intended to play.
"Prima di tutto, non ci è mai stato negato il permesso di suonare in Cina.
  Per quanto riguarda la storia della censura, il governo Cinese aveva chiesto i titoli delle canzoni che avrei suonato. Non vi era alcuna risposta logica a quella richiesta così gli inviammo la lista dei brani tre mesi prima. Se ci sono state delle canzoni dei versi o delle strofe censurate, nessuno mi ha mai informato a riguardo. Abbiamo suonato tutte le canzoni che avevamo in mente di suonare."
 Come sempre, una "Dylaniata" d'autore.

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