Il passaggio su Flenser non muta l’anima del songwriting di Mat Sweet. Stench Of Exist è un altro riuscito capitolo di quel cantautorato in chiaroscuro che da tempo è il centro dei dischi targati Boduf Songs. Un manto di neve cinerea avvolge ogni rintocco acustico, mentre folate di piccoli disturbi elettronici e field recordings (“Grows In The Small World Of Nerve”) rendono più dinamico il susseguirsi di melodie sussurrate dagli anfratti “scomodi” dell’anima. Nonostante ciò, non si tratta di un disco che ammorba o intristisce. La luce si palesa a scampoli, è vero, ma il mood è pacificato ed anche più immediato che in precedenza, dotato di una sottile autoironia che rende l’affresco ancora più affascinanante. Da “My Continuing Battle With Material Reality” a “Sky Pedal’s Plan”, l’andatura è da trasognata passeggiata attraverso boschi con alberi al neon istoriati da reale vegetazione, il cui lieve stormire culla e, a suo modo, rassicura. Mentre si susseguono giri armonici semplici ma dotati di virate compositive che mantengono desto il corpus emotivo del disco, Stench Of Exist si disvela come oppiaceo riparo dalle angustie di ogni giorno. Evocativo.
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