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Body #19 (2007)

Creato il 13 marzo 2011 da Sonjli
Body #19 (2007)Il giovane Chonlasit vive assieme alla sorella P'ae e soffre di gravi allucinazioni che sfociano in atti di violenza e autolesionismo. P'ae consiglia il fratello di farsi visitare da una psichiatra che lavora nel suo stesso ospedale. La dottoressa Usa si offre malvolentieri a questa incombenza e da quel momento si susseguono una serie di efferati omicidi compiuti, sembra, dallo spirito malvagio di una docente di psicologia, la dottoressa Dararaj, scomparsa da qualche tempo. Le visioni di Chon riguardano proprio questi eventi.La chiave di svolta di tutta la vicenda sarà il mistero che avvolge la vita di Dararaj.
Unite una sceneggiatura impeccabile, effetti speciali perfetti e un regista incredibilmente visionario e in piena vena artistica ed ecco che avrete un piccolo capolavoro del cinema Thailandese, e non solo.Il film esce in Tailandia nel 2007 ma qui possiamo gustarcelo solo adesso, e la paura è che probabilmente non uscirà al cinema ma solo in DVD.Il regista, Paween Purijitpanya, è a me sconosciuto ma lo stile si avvicina molto a "The Ring" (l'originale) e "The Grudge" (sempre l'originale), lasciando da parte stancanti leggende metropolitane.In questo film si incastrano alla perfezione lo splatter e l'amore, l'omicidio e il bel canto, la pazzia e la magia.L'inizio è abbastanza noioso e i protagonisti sembrano intrappolati in ruoli che non gli competono. L'esempio lampante è proprio il protagonista, Chonlasit, che sembra uno stupido bamboccio senza spina dorsale. Ma qui casca l'asino.Non fermatevi alla prima mezz'ora anche se la vostra mano trema dalla voglia di spegnere il lettore e guardare qualcos'altro. Lo scopo del regista\scrittore è proprio quello di spiazzare e sconclusionare la vicenda.La strada tortuosa che prende Paween deve essere percorsa con estrema precisione, pena il rischio di cadere nel comico e nel film fantozziano. Ma il mezzo è un carrarmato ben corazzato che invece di percorrere, distrugge e smonta a suon di visioni e rivelazioni ogni certezza creata in precedenza.Viene utilizzato anche un concetto dell'immaginario orrorifico di Poe, il "mesmerismo", che è abilmente riportato in vita con le sembianze di una moderna strega che usa il suo potere per poter vivere per sempre sulle note della splendida "I Miss You Every Time I Am Alone", colonna sonora del racconto.Il film termina in tre passaggi: il primo, lento e "americano", senza nessun senso; il secondo, "politicamente corretto", chiuderebbe il thriller che permea la storia; il terzo, meravigliosamente perturbante, ti ipnotizza e ti fa capire che c'è ancora qualcuno che sa che cosa è l'horror.Vi assicuro che "Case sub 19", questo il titolo in alcune locandine, è un piccolo gioiello da inserire nella propria "horrorteca".
Vi posiziono qui in vetrina il video della canzone del film che ho trovato particolarmente carina. Eccovi la "Celine Dion" Tailandese

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