23 ottobre 2014 Lascia un commento
Leggendo la confusione si alterna alla narrazione, la strana figura che improvvisamente irrompe nella sua vita cessa di porre domande sul luogo da cui proviene e sulla capacita’ d’imitare lo scomparso, si accetta per il solo fatto di esistere, tenendo stretta la pace che egli sa donare ad una mente stanca e al corpo agitato di lei.
Testimonianze la danno in trasformazione, io fisico che accentua il mutare, la trasformazione che si fa specchio dell’anima, colei che si spaventa e sa spaventare, scambio d’energia tra un dentro e un fuori di una realta’ ancora lontana dall’essere metabolizzata.
Poi qualcosa cambia ma nulla ancora si risolve, forse prima o dopo lo fara’.
Piu’ volte ho scritto del mio strano rapporto con DeLillo, scrittore che annovero nella cerchia dei mei preferiti e che ha saputo donarmi tra le pagine piu’ belle mai lette eppure accade non infrequentemente di non riuscire a sincronizzarmi con le sue parole a farmi scivolare alcuni suoi libri senza che lascino traccia, scatenando altresi’ un certo grado d’irritazione. "Body art" appartiene a questa categoria e ripeto, dipende da una mancata sincronia, meglio di una mancanza d’empatia con la volonta’ di DeLillo che qui si accentua trattandosi di una storia intima e crepuscolare.
Non ho sentito mia la tragedia e neppure la confusione, tantomeno la rinascita e l’emergere da un lutto inaccettabile. Libro breve da poter passare per racconto lungo e di certo le pagine non sono bastate per farmelo piacere, provate voi se volete.