Conosce una nuova puntata la vicenda di Dino Boffo, l'ex direttore di Avvenire e di Tv2000, licenziato lo scorso 14 febbraio dalla rete televisiva della Conferenza Episcopale Italiana. Boffo infatti - apprende l'ANSA - è stato riassunto dalla Cei: da fine ottobre è stato reinserito come dipendente «a casa», condizione che lo accompagnerà fino al normale pensionamento. La riassunzione è avvenuta in adempimento a una clausola di salvaguardia esistente nel contratto dell'ex direttore. L'interessato non ha voluto commentare: «non confermo, nè smentisco», si è limitato a rispondere.
Si tratta comunque di un nuovo tassello nella tormentata vicenda professionale e umana di Boffo - già pupillo del cardinale Camillo Ruini -, che nel settembre 2009 si dimise dalla direzione del quotidiano dei vescovi, Avvenire, in seguito alle 'rivelazionì suo suo conto, risultate falsate, da parte del Giornale di Vittorio Feltri, e poi, dopo tre anni e mezzo anni alla direzione di Tv2000 (dall'ottobre 2010), licenziato in tronco lo scorso febbraio dalla società emittente Rete Blu Spa, con una separazione tutt'altro che consensuale. In questi mesi, Boffo ha sempre fatto presente che il licenziamento (che poi ha aperto la strada in aprile all'arrivo di Paolo Ruffini alla direzione di Tv2000 e di Lucio Brunelli a quella delle news) non era possibile: nel suo contratto, infatti, esisteva una clausola di salvaguardia per l'accompagnamento fino alla pensione, che era stata inserita a titolo di garanzia e come una sorta di risarcimento morale proprio per il precedente caso degli attacchi del Giornale, diventati proverbiali come «metodo Boffo».
Otto mesi dopo la risoluzione unilaterale del contratto, la Cei lo ha quindi richiamato, riassumendolo pur senza mansioni. Ora Boffo, 62 anni, da fine ottobre risulta dipendente a casa, e lo sarà fino alla pensione. Intanto, è fissata per il prossimo 3 febbraio al Tribunale di Roma l'udienza nella causa intentata da Boffo per il licenziamento ritenuto «ingiurioso» in cui l'obiettivo dell'ex direttore è ottenere il risarcimento del danno morale. In quella sede è citato anche il vertice della Cei, tra cui il segretario generale mons. Nunzio Galantino. Con la sua azione legale, in cui è assistito dagli avvocati Filippo Disertori e Roberto Podda, soci dello studio Grande Stevens, Boffo intende tutelare «la propria integrità personale nel senso più ampio, la propria reputazione e il proprio decoro professionale, costruiti in decenni di limpida attività costantemente concordata e verificata con l'Editore».