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Boia e madre [del mio orto]

Creato il 27 agosto 2011 da Greenkika

Boia e madre [del mio orto]
Oggi ho preso il coraggio a piene mani e ho sacrificato la maggior parte delle mie sterili piante di pomodoro che, sofferenti, sono giunte al momento della fine.

Forse caricate di troppe aspettative, sono state seminate, cresciute, travasate, ritravasate, assalite dai pidocchi, spidocchiate da un potente spray all’aglio, masticate e abitate da bruchi che son poi diventati crisalidi custodite nell’ombra delle loro foglie e poi farfalle.

Sono state pregate, forse coccolate poco (alle piante di pomodori piace essere accarezzate), forse a volte bagnate troppo poco, ignorate, martoriate dalla grandine e arse dal sole d’agosto.

Non credete che mi sia divertita, a strappare il tenace fusto carico solo di smorte foglioline.
Mi sentivo il loro boia, e tiravo fino a sentire lo schiocco del piccolo tronco spezzato, e sui palmi delle mani le lacrime delle povere piante che non hanno saputo darmi frutti.

Mentre scrollavo le radici dalla terra mi sembrava di accarezzare i capelli di una creatura che sta per morire, come a confortarla negli ultimi istanti di vita.

Ho pronunciato una piccola preghiera, le ho seppellite nella compostiera, che riposino in pace, amen.

Con la terra che il vento mi ha in parte soffiato in faccia (come a vendicare quelle piccole esistenze) ho riempito nuovi vasi e seminato nuovi semi (biologici): spinacio, erba cipollina, erba gatta, cicoria mista.
Poi ho travasato due nuovi acquisti, uno splendido ciclamino con i petali frastagliati rosa e bianchi e una portulaca sexy da morire, a cui ho dovuto scostare le chiome con la delicatezza di un amante, per riempire di terra il vaso più grande e poi le ho pettinate adagiandole sul letto, punteggiate di fiori di un giallo acceso e di fresche foglie grasse.

E così ecco che riparto con un nuovo orto, con nuovo ottimismo e la speranza che i pidocchi non infestino anche le colture autunnali.


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