9 novembre 2015 Lascia un commento

Boldini nasce ferrarese ma muore di fatto parigino perche’ resto’ nella citta’ natale davvero pochi anni emigrando prima a Firenze con tutta l’esperienza macchiaiola per recarsi poi in Francia e rimanervi fino alla morte.
Il capoluogo emiliano non ha pero’ dimenticato il suo nobile figlio e nemmeno lo ha fatto con l’altrettanto importante Filippo De Pisis. Anch’egli abbandono’ Ferrara in giovane eta’ per recarsi in Francia e l’Inghilterra, non senza aver conosciuto De Chirico che tanta influenza ebbe su di lui.
Morira’ prematuramente in Italia ma nella Brianza, percio’ lontano dalla sua terra.
Boldini e De Pisis, sono legati da aria e terra, forze che trascendono generazione e stile, e’ giusto quindi che il Castello Estense di Ferrara dedichi loro un ampio spazio all’interno delle sale normalmente allestite alla storia della citta’ e dei sovrani che la regnarono. Boldini beneficia dell’l’onda lunga della mostra forlivese, De Pisis invece e’ in trasferta da quando il terremoto di qualche hanno fa ha richiesto la ristrutturazione dei museo a Palazzo Massari. Essendo la mostra abbinata al tour del castello, si possono godere di due visite anziche’ una, certo molto diverse ma piacevoli entrambe. Restando a Boldini e con l’esperienza della mostra precedente, e’ innegabile che ci troviamo di fronte a ben poca cosa in termini di quantita’ ma non certo per qualita’ perche’ seppur e’ vero che

Per De Pisis, la presenza e’ corposa e del resto come detto, parliamo del trasloco di una esposizione in essere, percio’ gia’ strutturata e ben formata. Si evidenzia su tutto la celebre "la lepre" e dal primo periodo metafisico de "Le cipolle di Socrate", all’appartenenza agli Italiens de Paris, un classicismo che resta sulla superficie di un "ritorno all’ordine" solo sfiorato ed alternato alle celebri nature morte, con paesaggi he non perdono mai i connotati di una espressivita’ che va oltre le geometrie del ritratto malgrado l’essenzialita’ della "stenografia pittorica".
Un bell’appuntamento da non perdere quindi, Ferrara che si mette in mostra e ne ha di che essere orgogliosa.
