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Boldrini, M5S e l’insulto che serve

Creato il 03 febbraio 2014 da Alphaville

Lo dico subito così ci togliamo il pensiero: non ho la minima intenzione di esprimere alcuna solidarietà a Laura Boldrini, che regalando 7 miliardi e mezzo di euro alle banche ha piantato un altro chiodo nella bara del popolo italiano.

Attualmente la signora Boldrini è un personaggio pubblico ed è Presidente della Camera dei Deputati, il che ne fa la terza carica dello Stato. Da che mondo è mondo, il volgo usa dileggiare i potenti: il fatto che al giorno d’oggi i social concedano a quello che un tempo era uno sfogo da osteria la dignità di un’esternazione Urbi et orbi peggiora le cose soltanto esteticamente.

Si vede che la signora Boldrini non è abituata allo scontro: io, che non sono nessuno,  in trent’anni che scrivo e parlo ho collezionato tali e tanti insulti (e minacce) che potrei farci un’antologia. Ho esternato? Ci ho perso il sonno? Mi sono indignata? Ovviamente no. Perché l’insulto, di norma, è l’ultimo argomento che resta a chi non ha più argomenti: attribuirgli soverchia importanza equivale a dimostrare di esserne stati toccati, e quindi legittimare in qualche modo chi insulta.

Senza contare che l’insulto, come ogni altro oltraggio, qualifica chi lo fa e non chi lo riceve. Devo lasciarmi, andreottianamente, indurre a pensare che tutta questa bagarre su chi-insulta-chi sia funzionale al mantenimento di taluni equilibri e alla demonizzazione di talaltri soggetti politici in vista di una normalizzazione ancien régime che non passerà per le urne? Non insistete…


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