Venerdì 30 Settembre 2011 07:37
Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato la sospensione del progetto autostradale contro il quale, da circa un mese, protestavano i nativi Guaranì. Il progetto prevedeva un collegamento autostradale che da Manaus, in Brasile, doveva arrivare fino a Manta, porto ecuadoriano sul Pacifico. Un pezzo del tratto boliviano, quello che va dalla città di Cochabamba, alle pendici dell’altopiano andino, fino alla città di San Ignacio de Moxos, in Amazzonia, doveva attraversare l’area del Territorio indigeno e parco naturale Isiboro Sécure (Tipnis), una zona nella quale vivono 16 comunità indigene, per un totale di circa 50 mila persone.
Dalle comunità residenti era partita la protesta contro il governo, accusato di perseguire una politica favorevole alle industrie minerarie e alle grandi opere che contrasta con i principi di difesa della Pachamama (la Madre terra) sanciti anche nella nuova costituzione boliviana, approvata con un referendum promosso dal governo a febbraio del 2009. L’intero progetto, avrebbe avuto un impatto devastante nel territorio amazzone boliviano che avrebbe accusato un enorme disboscamento con la conseguente espropriazione dei terreni alle comunità indigene native.
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