Gli Aymara, contro gli organizzatori della Dakar, annunciano blocchi stradali durante il passaggio della celebre corsa nel Salar de Uyuni.
(taringa.net)
Per la prima volta nella storia il Rally Dakar passerà dalla Bolivia, oltre all’Argentina ed al Cile. Così il prossimo 5 gennaio inizierà una tra le corse rallystiche più celebri del mondo. Nelle uniche due tappe in terra boliviana, però, quella del 12 e 13 gennaio, sono previsti problemi per il regolare svolgersi della gara: infatti, con tutta probabilità, gli indiani Aymara del Qullasuyu protesteranno contro il passaggio dei camion, delle auto e delle moto da una delle distese più intatte della terra: il Salar de Uyuni.
L’organizzazione internazionale, d’accordo con il presidente boliviano Morales, ha tracciato così un circuito che prevede per la prima volta il passaggio in Bolivia: saranno due tra le tappe più difficili di tutta la manifestazione, ma allo stesso tempo più spettacolari ed impressionanti grazie al fantastico paesaggio che si potrà vedere. Il Salar de Uyuni, infatti, è una deserto di sale con oltre diecimila chilometri quadrati di estensione, a poco più di 3650 metri di altezza, sull’altopiano andino. Si stima che il Salar de Uyuni contenga 10 miliardi di tonnellate di sale di cui meno di 25.000 tonnellate vengono estratte annualmente. Il paesaggio, nel mese di gennaio, durante la stagione delle piogge, è qualcosa di incredibile perché lo specchio del deserto di sale riflette ancor più le piccole nuvole e la silhouette delle montagne della Cordillera.
Il Ministro della Presidenza, Juan Ramón Quintana , che ha attivamente sostenuto gli sforzi del presidente Evo Morales per includere la Bolivia nel Rally Dakar 2014, ha descritto la sfida per i concorrenti in una sola frase: “Ognuno sarà per sé e nessun concorrente avrà alcun supporto tecnico alle spalle. Il passaggio in terra boliviana sarà sicuramente il test più duro della Dakar per tutti i piloti”.
La mappa del rally Dakar (dakar.com)
Sono previste proteste da parte degli indigeni boliviani che minacciano di bloccare la gara, con blocchi stradali, oscurando lo sforzo governativo di Morales affinché la Bolivia sia conosciuta nel mondo, sia per le sue bellezze naturali, sia per il miglioramento della qualità turistica affinché per aumentare il numero di persone che sceglie di visitare il paese sudamericano. Il motivo dei probabili blocchi è da trovare nel rispetto dell’ambiente e nella volontà di mantenere intatto un ambiente in cui i “residenti” sono i primi a conviverci per tutto l’anno.
La risposta del governo è stata quella di condannare qualsiasi tentativo di interruzione del Rally Dakar e così l’Ufficio del Procuratore Generale, Ramiro Guerrero, ha stabilito che i pubblici ministeri lavoreranno 24 ore su 24, nei giorni 12 e 13 gennaio, per garantire il normale sviluppo del gara. “Non permetteremo alcun atto contro lo sviluppo del Rally Dakar. I procuratori dovranno intervenire per garantire la libera circolazione delle moto, delle auto e dei camion”.
Così, il governo ha predisposto tremila uomini della forze armate di polizia, dandogli in consegna la sicurezza della competizione, e ha stanziato fondi per ristrutturare e costruire infrastrutture alberghiere, con particolare attenzione allo sviluppo del turismo in una zona che da questo punto di vista può migliorare. Secondo il Vice Ministro del Turismo verranno offerte ai turisti grandi comodità, grazie agli impianti presenti in loco.
Il presidente boliviano Evo Morales, attenderà i corridori all’arrivo di Uyuni, per i saluti di rito ed è stata programmata una cena. Dopo poche ore, però, i piloti saliranno sui loro mezzi per continuare la gara che ripartirà alle 5 di mattina.