Tra i grattacieli dove si riflette il cielo quasi sereno, mentre le ultime nuvole sembrano arrampicarsi luminose sulle superfici lisce, degli artisti di strada giocano con l’acqua e la luce.
Fili tesi, anellini da tenda, oggetti semplici, quotidiani tra le mani degli artisti creano la magia di enormi bolle di sapone che volano nel cielo sfiorando le mani e gli occhi stupiti dei bimbi che, disposti in cerchio, tentano di afferrarle, ma le forme luminose danzano nell’aria e fuggono dalle mani e dagli occhi e danzano, fragili ed effimere, fino a sparire.
E poi ne nascono di nuove, si staccano pigre, cominciano a salire portate qua e là da una bava di vento e riflettono le superfici fredde dei grattacieli che riflettono il cielo.
Come i bambini anch’io mi fermo, affascinata dalla danza elegante delle bolle di sapone e mi sembra di tornare bambina e ho voglia di sorridere e allungare la mano per catturarle.
Ma poi trattengo il gesto: in fondo sono un’anziana signora.