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Bolle di sapone

Creato il 30 marzo 2012 da Vidi


Bolle di saponeSera di primavera, una delle sere in cui non si può stare al chiuso. Il corso è pieno di umanità. Bambini soprattutto, tanti. E immancabile compare il venditore di bolle di sapone. Bolle moderne, tecnologiche, quelle che vengono sparate a ripetizione da una sorta di fucilino automatico. 
L'aria si riempie di fragili palloncini colorati e la mente si riempie di ricordi. I ricordi di quella bimba di 50 anni fa che desiderava tanto quelle magiche sfere d'arcobaleno chiuse in cilindri magici, in cui inzuppando e soffiando delicatamente in quel cerchietto la magia si riproduceva una, due, mille volte. 'Mamma, voglio le bolle di sapone...' 'Ma che n'hai fa'? Mo' che torniamo a casa ti faccio acqua e sapone e t'e fai c'o maccarone'. 'Ma ne esce una sola...' 'E vabbuo', è bell'o stesso'.
Quell'unica bolla che veniva fuori soffiando l'acqua saponata con il maccarone 'e ziti non volava, non si moltiplicava, non si gonfiava ingoiando tutti i colori dell'universo. Era solo sapone. Le bolle invece erano magia. Ma mamma, non era succube della poesia delle bolle trasportate dal vento, con quella lenta che non si allontana ma viene a spegnersi sulla tua mano, o quella che si frantuma sulla ghiaia, o ancora di quella in cui ti specchi in una strana proiezione ondulante; la mia pragmatica mamma era inamovibile: i soldi servono per la spesa, niente bolle.
Le mamme di oggi non si fanno pregare, anzi a volte precorrono i desideri dei loro figli, e stasera il corso a poco a poco diventa una pista di bolle che si rincorrono nel vento. Spiritose, leggere, le bollicine volano incontro al tramonto allegre e niente affatto preoccupate di quanto vivranno; l'importante è vivere al meglio. 
Una bolla fuggitiva mi ondeggia di presso e io mi fermo, la lascio fare: si accosta a me, si posa sulla mia giacca e non si rompe. In maniera infantile mi ritrovo a pensare che stia aspettando che io esprima un desiderio. 
L'ho espresso.
E la bolla si è frantumata in polvere di fata. 


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