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Bolletta: a Cagliari si spende di più

Creato il 17 novembre 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Una famiglia cagliaritana spende mediamente circa 913 euro per illuminare la casa, far funzionare gli elettrodomestici, scaldare l'acqua per la doccia e condizionare l'appartamento con pompe di calore e split. Secondo il portale SoSTariffe.it il capoluogo sardo è una delle città italiane in cui si spende di più per l'energia elettrica (è preceduta soltanto da Roma, dove un utente medio spende 1.016 euro). Il capoluogo sardo è infatti al secondo posto dopo la Capitale per quanto riguarda i consumi effettuati (3.889 kWh contro 4.199 kWh) ed è al terzo posto in classifica per i consumi per il riscaldamento che in un anno sono aumentati del 2,7%. Secondo il portale SoSTariffe.it gli eccessivi consumi in bolletta sarebbero comunque amplificati da alcune cattive abitudini degli utenti. In particolare, da quella di non rispettare la regola aurea che impone di usare l'energia soprattutto nelle ore notturne, cosa che teoricamente dovrebbe consentire alle famiglie un risparmio addirittura del 13% della bolletta.

Mezzogorno: la bolletta è più pesante

Dalla classifica nazionale emerge che è l'intero Mezzogiorno a soffrire del caro bolletta, anche perché probabilmente nel nord Italia, dove la metanizzazione è ormai un dato di fatto, le famiglie hanno quasi tutte un impianto a gas che consente risparmi economici. Apparentemente i dati di SoSTariffe.it confermano la diffusa opinione secondo cui in Sardegna, unica regione italiana in cui non c'è il metano, la corrente elettrica costa di più rispetto al resto d'Italia. Ma siamo sicuri che sia davvero cosi? Anche a Cagliari le famiglie usano la lavatrice di notte, nei fine settimana e negli orari di punta.

Bolletta: a Cagliari si spende di più
Come spiega Emilio Ghiani, docente del corso di Impianti di produzione dell'Energia Elettrica alla Facoltà di Ingegneria di Cagliari, se si analizzano i prezzi più recenti fissati dall'Autorità per l'Energia Elettrico, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI), la differenza tariffaria tra la fascia 1 (gli orari di punta dalle 8 alle 19 dal lunedì al venerdì) e le fasce F2 e F3 (ore intermedie e ore fuori punta che ricomprendono anche le domeniche e i giorni festivi) è diventata assolutamente irrisoria: nel quarto trimestre 2015 l'energia in fascia 1 si paga in bolletta 0,168834 €/kWh contro gli 0,163394 €/kWh delle altre fasce.

Dunque il mito dell'uso dell'energia nelle ore notturne deve essere sfatato. La distinzione era valida fino a qualche anno fa (nel 2009 la differenza tra le fasce era addirittura del 30%) ma oggi è assolutamente indifferente.

A maggior ragione in Sardegna, dove - sottolinea il professr Ghiani - il sistema del Sapei, il cavo che collega l'isola al resto d'Italia, permette di importare energia in Sardegna nelle ore notturne, quando l'isola attinge energia dall'Italia (nelle ore di punta ne produce in eccedenza e dunque ne esporta), "realizzando di fatto una variazione di prezzo con una banda molto ristretta tra le ore diurne e notturne".

Le storture del mercato libero

Anche la presunta ritrosia delle famiglie italiane ad abbandonare il regime di tutela e gettarsi nel libero mercato, un'altra delle motivazioni addotte dal portale SoSTariffe.it per giustificare il costo eccessivo della bolletta energetica, sembra abbastanza discutibile.

In primo luogo perché non è detto che il libero mercato sia effettivamente più conveniente di un sistema tutelato che garantisce meno volatilità dei prezzi.

In secondo luogo perché anche nelle nazioni (come il Regno Unito) in cui si è passati ad un mercato energetico completamente lasciato alla libera concorrenza si sta pensando di tornare ad un sistema più controllato perché i fornitori di energia hanno abusato della loro posizione dominante nei confronti degli utenti: secondo l'analisi dell'Antitrust britannico dal 2004 al 2014 la liberalizzazione del mercato ha fatto lievitare la bolletta delle famiglie addirittura del 75%.

Nonostante ciò, il cosiddetto ddl Concorrenza emanato qualche mese fa dal Governo ha stabilito che il regime tutelato ed i prezzi imposti dall'Autorità per l'energia e il Gas dovranno essere al più presto superati: a partire dal 1° gennaio 2018 anche il mercato energetico italiano dovrà essere completamente liberalizzato e gli utenti, anche quelli più deboli e sprovveduti come le persone anziane, saranno in balia dei fornitori. Esattamente come è accaduto nel Regno Unito (dove per le famiglie la bolletta è lievitata del 75% in dieci anni) che ora vorrebbe calmierare il mercato per evitare abusi di posizione da parte dei fornitori di energia.

Insomma il Governo ha deciso di incidere sulla parte minimale dei costi della bolletta, quella relativa ai servizi di vendita che valgono circa il 45% della bolletta, ma non di incidere realmente sulla bolletta riducendo i costi fissi dei servizi di rete e soprattutto le imposte (che incidono in maniera elevata sui costi della bolletta in quanto lo Stato costringe gli utenti a pagare l'Iva persino sulle accise).

Poi ben vengano i consigli dispensati da SoSTariffe.it ai consumatori sull' uso corretto degli elettrodomestici di casa che può consentire congrui risparmi sulla bolletta (dai 278 euro ai 310 euro all'anno, ovvero dal 31% al 47%). Usare la lavatrice a temperature non superiori ai 60 gradi, scegliere un modello di lavastoviglie che carichi l'acqua calda direttamente dalla rete (abbatte il 35% dei consumi), comprare un frigorifero di classe A++ che a fronte di una maggiore spesa iniziale consente di risparmiare il 58% dei consumi. Infine usare lampadine a basso consumo e staccare la spina degli apparecchi elettronici evitare il consumo in stand-by quando non si utilizzano.

Bolletta: a Cagliari si spende di più

Alessandro Zorco è nato a Cagliari nel 1966. E' sposato e ha un figlio. Laureato in Giurisprudenza è giornalista professionista dal 2006. Ha lavorato con L'Unione Sarda e con Il Sardegna (Epolis) occupandosi prevalentemente di politica ed economia. E' stato responsabile dell'ufficio stampa dell'Italia dei Valori Sardegna e attualmente è addetto stampa regionale della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Dall'aprile 2013 è vicepresidente regionale dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dal 2014 è nel direttivo del GUS Sardegna.


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