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Bollo deposito titoli.... ecco le prime risposte (decreto Monti)

Da Roxioni
Bollo deposito titoli.... ecco le prime risposte (decreto Monti)Oggi si è saputo qualcosa di più anche se molti dubbi rimangono.
Riepilogo in breve ciò che sembrava certo ieri e viene confermato:
  1. Bollo deposito titoli.... ecco le prime risposte (decreto Monti)il bollo si estende a tutti gli strumenti finanziari (esclusi fondi pensione e sanitari) indipendentemente che questi si appoggino ad un conto titoli
  2. il controvalore degli strumenti finanziari su cui applicare il bollo si calcola tenendo conto del valore di mercato, in mancanza di questo si utilizza il valore nominale o quello di rimborso
  3. viene abbandonato il sistema a scaglioni a favore di un’aliquota proporzionale
Quanto si paga con il nuovo bollo sul deposito titoli...Relativamente al punto 3 ora sappiamo anche quanto si pagherà sul dossier titoli:
  • 0,1% nel 2012 e 0,15% dal 2014 sul controvalore dei titoli (calcolato come detto prima sul valore di mercato o in mancanza nominale o rimborso)
  • è previsto un minimo di 34,2 euro e un massimo di 1.200
  • per importi pari o inferiori a 5.000 euro non si paga nulla
Vediamo quindi di riepilogare con vari esempi. Sulla base della precedente manovra di Tremonti il bollo era a scaglioni:
bollo-deposito-titoli
Il nuovo bollo con la manovra Monti sarà:
calcolo-bollo-titoli
Nel fare il confronto occorre ovviamente sottolineare che nel secondo caso cambia la modalità di calcolo del controvalore (valore di mercato contro valore nominale) ma soprattutto sono incluse diverse tipologie di investimento prima escluse.
Qui si apre il secondo problema.
Quali strumenti finanziari sono soggetti al nuovo bollo?Partiamo da quelli sicuri:
  1. i prodotti che già subivano il bollo in quanto collegati a un dossier titoli: azioni, obbligazioni (titoli di stato inclusi), derivati e altri prodotti acquistati in Borsa
  2. i prodotti del gestito: fondi comuni di investimento, sicav, fondi immobiliari, gestioni patrimoniali
  3. le polizze vita
  4. i pronti contro termine (da notare che già prima alcune banche li collegavano al deposito titoli e quindi erano già soggetti al bollo)

I buoni fruttiferi postali

Se stiamo alla lettera del decreto, così come scritta ora, sono sicuramente inclusi anche i buoni postali. 

I conti deposito

L’articolo di legge ritoccato dalla manovra prevede diversi comma. Quello modificato riguarda il bollo sul conto titoli. Non viene invece variato il comma relativo al bollo sugli strumenti di liquidità: conti correnti, libretti di risparmio, conti deposito. Si possono quindi ritenere esclusi dal bollo questi strumenti.
Qualche dubbio potrebbe esserci sui depositi vincolati. Dietro a questo prodotto infatti ci sono forme tecniche diverse da banca a banca. Ma il dubbio maggiore viene dal fatto che oggi questi prodotti sono una forma di investimento alternativo che raccoglie notevoli capitali in competizione con gli altri strumenti finanziari.
Può quindi darsi che oggi il conto deposito sia escluso ma in tal caso ritengo probabile a breve una sua inclusione. La motivazione è semplice. Da una parte lo Stato si priverebbe di una quota di introiti notevole, basti pensare ai soldi depositati nei vari conti deposito. Inoltre questi strumenti, favoriti dall’assenza del bollo, aumenterebbero il loro successo. Le stesse banche tradizionali potrebbero dirottare i propri clienti sui loro conti deposito invece che sulle loro obbligazioni, il tutto per eludere il bollo.
Ovviamente questa è una supposizione. Ma ne aggiungo un’altra. Oggi le banche già pagano il bollo di tasca loro (eccetto Santander). Anche se il bollo aumentasse, rimane di una percentuale esigua. Per un Rendimax che offre il 4,55% non ha senso chiedere di pagare il bollo dello 0,1. E’ più probabile che le banche continuino la loro politica di gratuità del bollo, al massimo questo si rifletterà sul tasso di interesse offerto (ma abbiamo visto anche recentemente come questo dipende più dalla concorrenza e dalle situazioni di mercato).
Da notare poi che, grazie all’esenzione fino a 5.000 euro, si potranno comunque mantenere aperti i conti deposito svuotati. Oggi è infatti normale aprire un deposito sfruttando una promozione e al termine spostare tutti o quasi tutti i soldi su una nuova offerta migliore (ed è quello che ho sempre consigliato, vedi la classifica dei conti deposito).

Quando si paga il nuovo bollo....

La modifica del bollo introdotta dalla manovra Monti partirà dal 2012. Questo vuol dire che per quest’anno si applicherà l’imposta prevista dalla manovra di agosto (vedi prima tabella a inizio articolo).
La tassa si pagherà in base alla periodicità della comunicazione. Per esempio se l’estratto titoli è semestrale, si pagherà due volte, una a metà anno e una alla fine. Nel caso non ci sia alcuna comunicazione, si considera in ogni caso che questa sia stata effettuata una volta nel corso dell’anno (presumibilmente quindi alla fine).
Attualmente viene preso in considerazione il controvalore dei titoli alla fine di ogni periodo di rendicontazione. Riprendendo l’esempio della comunicazione semestrale, ciò significa il valore di mercato al 30 giugno e al 31 dicembre.
Ricordo che per il bollo è la banca che agisce come sostituto di imposta. Sarà quindi la banca a sommare il patrimonio finanziario in capo ad un intestatario e applicarvi l’aliquota. Lo stesso, qualora sia confermata la tassazione dei buoni postali, sarà fatto dalle Poste (in caso di possesso di più buoni con medesima intestazione). Se hai investimenti su più banche pagherai quindi il bollo in ognuna di queste. Essendo un'imposta proporzionale non ti cambia nulla, salvo che:
  1. quanto depositato presso una banca sia superiore a 5.000 euro ma inferiore a 23.000 euro. In tal caso, essendoci il minimo di 34,2 euro, unendo i patrimoni pagheresti qualcosa in meno
  2. il tuo patrimonio complessivo sia superiore a 800.000 euro (0,15%*800.000 = 1.200). In tal caso è evidente che riunendo tutto il patrimonio in una sola banca pagherai meno perché pagherai il massimo di 1.200 euro. 

Come visto alcune risposte sono arrivate anche se per una visione più chiara occorrerà aspettare non solo il Decreto finale ma anche l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate. fonte

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